Decadenza Scutellà, Auriemma spiega cosa è successo: “Procedimento arbitrario e discriminatorio”
“Decadenza Scutellà, Auriemma spiega: “Procedimento arbitrario e discriminatorio”. Grazie, Presidente e colleghi, prima di procedere ai motivi per cui noi contestiamo in toto la relazione di maggioranza è opportuno precisare una cosa. Oggi votiamo la decadenza di un rappresentante della Repubblica democraticamente eletto a settembre 2022, e questa decadenza non si basa nemmeno su principi di giustizia, di legittimità, neanche di merito. Ma semplicemente su una decisione unilaterale di un partito appoggiato dalla maggioranza e sulla volonta' esclusiva della maggioranza.
Andiamo con ordine. A giugno 2023, la giunta col voto di tutti i partiti tranne del Movimento 5 Stelle annulla un criterio adottato dal Ministero dell'Interno, contenuto all'interno delle istruzioni e adotta un criterio diverso, non previsto dalla legge elettorale. La legge elettorale in vigore prevede ben tre criteri di validità: il voto sulla singola lista, il voto sull'uno minale, e un'ipotesi in cui l'elettore ha barrato una sola lista e non l'uninominale. In quel caso, la legge prevede che il voto venga assegnato alla singola lista e al candidato dell'uninominale.
E' prevista pure un'ipotesi in cui il voto venga barrato solo sull'uninominale, in quel caso il voto viene diviso pro quota alle varie liste in base alle proporzioni delle liste e alle fonti conquistate in quel collegio. Su questo criterio conosciuto dagli elettori già ci sono dei dubbi di costituzionalità. E' evidente che se un elettore barra tre liste, supponiamo tre liste di maggioranza, non barra, per esempio, Fratelli d'Italia, è evidente che il risultato va a vantaggio proprio quel partito che non è stato barrato. La giunta introduce un nuovo criterio completamente diverso da questi criteri e che va contro le istruzioni del Ministero dell'Interno, che sono firmate da esercizi di scrittura del ministero, ma si basano sull'interpretazione delle norme e quindi prevedono che, nel caso in cui ci siano più voti su più liste, non essendo chiara la volontà dell'elettore sul proporzionale, quel voto è nullo.
E' anche chiaro che la giunta non può sostituire la volontà dell'elettore. E' evidente che, appunto, la giunta decide di cambiare le regole di assegnazione dei voti validi a partita chiusa, come se decidessimo che un determinato comportamento che aveva un valore durante la partita ha un tutto un altro valore. Eppure, gli elettori e la volontà degli elettori si sono formati su quelle istruzioni, su quelle regole.
La giunta, scorrendo, decide di incidere sulla volontà dell'elettore e, inoltre, sembra che la giunta abbia un crescente proposito di modificare la legge elettorale, ma la legge elettorale è ferma e chiara, non è permessa alcuna modifica retroattiva, e certamente non possono iniziare a modificare i voti assegnati a partita chiusa, come se avvenissero in una procedura democratica. La Corte Costituzionale, in materia elettorale, ha emesso sentenze che sono vincolanti, non retroattive. E'ottimo ricordare che la procedura di annessione delle schede bianche è un metro impossibile, poiché l'unica strada percorribile per ripartire i voti è proprio quella prevista dalla legge, ovvero la divisione pro quota.
E non è un caso che la lista di Fratelli d'Italia, non barrata, abbia recuperato voti proprio grazie a questo criterio, che, in altri casi, favorisce liste non barrate. E' chiaro che la decadenza di Scutellà è un procedimento arbitrario e discriminatorio e noi contestiamo in toto la relazione di maggioranza. Inoltre, il ricorso presentato da Auriemma è basato su 83 dichiarazioni, che sono state verificate, e contiene vizi costituzionali di legittimità.
Sono intervenuti rappresentanti di lista che si sono trovati contemporaneamente in più seggi, o addirittura in seggi distanti 21 km, e hanno dichiarato di aver visto degli annullamenti di voti anomali. Però, presidente, non essendo loro rappresentanti di lista, non hanno fatto il proprio dovere, ma hanno fornito dichiarazioni all'avvocato del ricorrente. E' evidente che la giunta non può sostituire la volontà dell'elettore, e la decisione sembra basarsi sul desiderio di modificare la legge elettorale, ma la legge elettorale è ferma e chiara, non è permessa alcuna modifica retroattiva.
Siamo rappresentanti della Repubblica Italiana, una repubblica libera e indipendente, e dovremmo chiedere se è possibile e legittimo che un elettore non eletto possa essere assegnato un seggio, quando non ha vinto la votazione. E' chiaro che se si mette mano alla legge elettorale, dobbiamo chiedere se è legittimo e costituzionale. E' la nostra obbligazione etica e politica di essere rappresentanti liberi e indipendenti. E' l'ora di aver coraggio e di non piegarsi ai desideri dei partiti o delle élite, ma di affermare la dignità e la legittimità delle istituzioni.
Vorrei concludere, presidente, chiedendo a ognuno di voi, quer聯e di mostrar coraggio e di non piegarsi ai desideri dei partiti o delle élite. Abbiamo un dovere etico di essere rappresentanti liberi e indipendenti. Dunque, chiedo di avere coraggio, non di piegarsi a desideri di un signorotto che vanta come unico titolo d'ingresso l'appartenenza ad un blasone che oggi chiede il seggio di Scutellà, ma che domani potrebbe chiedere il seggio di chiunque di voi siate liberi votate in libertà e restituiremo insieme la dignità all'istituzione che con onore dobbiamo rappresentare.”
