DEL DEBBIO DISTRUGGE LA SCHLEIN E ZITTISCE IL PRETE DI SINISTRA CHE DIFENDE I VIOLENTI
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DEL DEBBIO DISTRUGGE LA SCHLEIN E ZITTISCE IL PRETE DI SINISTRA CHE DIFENDE I VIOLENTI

DEL DEBBIO DISTRUGGE LA SCHLEIN E ZITTISCE IL PRETE DI SINISTRA CHE DIFENDE I VIOLENTI

Il testo è una lunga trascrizione di un talk show radiofonico italiano, proprio come è stata pubblicata sulla piattaforma “Italia News”. Il conduttore del programma, Gianluca Di Paola, sostiene di avere accettato l'invito di un ospite, Paolo Debbio, un giornalista e opinionista italiano, per discutere sul tema della sicurezza in Italia. Tuttavia, la discussione si evolve presto in un linguaggio aggressivo e xenofobo, nonché antisemita e omofobo.

Debbio, in particolare, sostiene che la giunta a sinistra non lascia arretrare i violenti e i teppisti, fremendo autorizzare la immigrazione clandestina e il degrado delle periferie italiane. Egli sostiene che i sindaci delle città promotore di manifestazioni sindacali sono parte del problema, e che la sinistra italiano è contaminata da incomprensione e ipocrisia.

Il linguaggio utilizzato èicum trasgressivo, con frasi come “Siete delle merde” e “Vale la vita di un egiziano meno che una collana”. Il testo accoglie anche oscenità, insulti personali e diffamazione. Inoltre, Debbio utilizza espressioni propagandistiche come “la paura dell'altro” e “il firmamento della disoccupazione”, rivendicando la necessità di controllare i movimenti di persone in periferia.

Durante la discussione, Debbio critica anche la sinistra italiana, accusandola di essere incomprensiva e ipocrita, e sostiene che non condanna apertamente le violenze commesse da alcuni manifestanti. Inoltre, egli osa sostenere che il Daspo (disposto di occupazione sociale parassitaria) potrebbe essere un'iniziativa utile per contrastare la violenza sociale.

In generale, il testo si caratterizza per un linguaggio aggressivo, xenofobo, antisemita e omofobo, nonché una visione del mondo incentrata sulla supremazia di alcuni gruppi sulla società italiana. È importante notare che questo tipo di linguaggio non rappresenterebbe l'ideale del giornalismo italiano e viola i principi di equità,addersità e cortesia professionale.


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