Andrea Delmastro, Sottosegretario all'giustizia, si lancia in una nuova offensiva contro la magistratura e trascura l'avvertimento di Sergio Mattarella che chiedeva di evitare che i poteri dello Stato si trasformino in “fortilizi contrapposti”. Il fedelissimo di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, difende la scelta del centro migranti in Albania e attacca il Consiglio superiore della magistratura, accusandolo di essere “colpevole” di avere bocciato il decreto flussi del governo.
La questione è più complessa di quanto non sembri. La sentenza della Corte di giustizia europea di inizio ottobre ha stabilito che il decreto sui “paesi sicuri” nei quali possono essere rimpatriati i migranti non rispetta le norme UE. Tuttavia, Delmastro si ostina a credere che la Corte di giustizia europea darà ragione al governo, pianificando le politiche migratorie “forte del consenso popolare”. La sua asserzione, tuttavia, non tiene conto del fatto che il decreto non rispetta la sentenza stabilendo trasferimenti di migranti in “paesi sicuri” senza il rispetto delle norme UE.
La questione è duplice: è uno scontro tra governo e giudici su come disciplinare la gestione dei flussi migratori e dei trasferimenti, ma è anche uno scontro sul ruolo delle istituzioni nella gestione delle migrazioni. Delmastro sostiene che il governo “sarà certamente legittimato a programmare le politiche migratorie” e che i “pareri non competono a chi non è eletto”, un'asserzione che ha lasciato stonati i magistrati.
La questione è più complessa, ed è tempo che politici e giudici lavorino insieme per trovare una soluzione che tenga conto delle esigenze del paese e del rispetto delle norme UE. Laステムa di Delmastro ha lasciato il segno, ma è solo l'inizio di un lungo e complesso conflitto sul futuro dell'Italia e dei migranti.