Diamo a E.R. quello che è di E.R.
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Diamo a E.R. quello che è di E.R.

Diamo a E.R. quello che è di E.R.

Ci troviamo all’interno di un pronto soccorso. Fuori nevica e la sala d’attesa è calda, affollata e rumorosa. I telefoni del banco dell’accettazione continuano a squillare mentre un inserviente cerca disperatamente di fare un po’ d’ordine tra le cartelle dei pazienti. Un giovanissimo tirocinante in camice bianco inamidato e nuovo di zecca è in piedi da mezz’ora, proprio lì accanto al triage, in attesa di essere assegnato a un supervisore e di prendere in carico il primo paziente della sua vita. È  preoccupato ed emozionato.
Lungo il corridoio, poco più in là, in una delle sale emergenza, un padre affetto da una rara malattia cardiaca viene assistito tutta la notte da un medico con gli occhiali, dall’aria gentile e paziente. Nella stanza accanto, un bambino con un…

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