Disney+ potrà usare il nome Avetrana nella sua serie tv sul caso Sarah Scazzi
Ecco la ri-scrittura della guida TV in italiano, senza introduzione e lunghezza massima di 1500 parole:
La serie TV realizzata da Disney+ sull'omicidio di Sara Scazzi, dal titolo “Qui non è Hollywood”, è stata recentemente oggetto di controversia. La fiction era prevista per l'uscita sulla piattaforma il 25 ottobre 2024 con il titolo “Avetrana – Qui non è Hollywood”, ma a seguito di un reclamo presentato dal Palazzo di Città del comune pugliese, Disney+ fu costretta a bloccare la pubblicazione della serie. Il 30 ottobre 2024, la serie è stata quindi piazzata on demand, senza più il riferimento al titolo “Avetrana”.
Oggi, 27 marzo 2025, la legge ha stabilito che Disney+ aveva ragione: era nel loro diritto utilizzare il nome della città di Avetrana per raccontare una storia veritiera avvenuta in quei luoghi.
In una dichiarazione rilasciata ad AdnKronos, il regista di “Avetrana – Qui non è Hollywood”, Pippo Mezzapesa, ha espresso soddisfazione per il verdetto: “La serie si riappropria finalmente di uno dei suoi elementi fondanti. È, a tutti gli effetti, una restituzione. Per noi autori, il titolo non poteva prescindere dal nome del paese in cui i fatti sono avvenuti. Avetrana è parte della storia e protagonista della serie.”
Soddisfazione anche del Country Manager, The Walt Disney Company per l'Italia, Daniel Frigo, che ha affermato: “Per l'industria audiovisiva si tratta di una decisione di estrema importanza, in quanto riafferma con forza il principio della libertà di espressione artistica quale principio cardine del nostro ordinamento giuridico.”
Tuttavia, nonostante la legge si sia espressa, qualcuno proprio non ci sta. Ovviamente ci riferiamo al sindaco di Avetrana, che si è espresso favorevole per il provvedimento del Tribunale di Taranto, che ha autorizzato il ripristino dell'originario titolo della serie TV: “Ramarico per il provvedimento del Tribunale di Taranto che ha autorizzato il ripristino dell'originario titolo della serie TV. In carenza, fra l'altro, di elementi probatori, ulteriori rispetto a quelli acquisiti sino all'emissione del provvedimento cautelare, che lo giustificassero. Senonché, l'esito della lite è stato sostanzialmente rovesciato poiché il giudice ha cambiato idea, affermando l'insussistenza di entrambi i presupposti che, sempre a suo avviso, inizialmente avevano supportato il provvedimento cautelare. Questa palese contradditorietà ha ingenerato nella collettività avetranese perplessità tali da indirizzare l'amministrazione a non proporre impugnazione al provvedimento, da ultimo per scongiurare ulteriori aggravi di spesa sulle casse della stessa, atteso che il giudice nella prima fase aveva compensato le spese di lite. ‘Ho avuto sempre a cuore gli interessi della mia comunità e tentato di tutelarli lottando strenuamente, pur con le modeste risorse a disposizione'”.