Disordini a Corvetto, il sindaco Sala: “Nostra responsabilità se mancano luoghi di integrazione”
“Era chiaro che il Corvetto non è un quartiere da poco conoscente. Sapevamo già che ci siamo lavorando, grazie a tante associazioni, per migliorare la situazione. Ma non credo che a slogan non serve a nulla. Naturalmente siamo preoccupati per gli avvenimenti accaduti, ma so che certe situazioni, purtroppo, fanno parte della complessità del mondo in cui viviamo. Mancherebbero progetti per i luoghi di aggregazione. Questi ragazzi si sentono abbandonati e ciò non c'è dubbio. Questo è invece una nostra responsabilità, poiché i quartieri più problematici sono spesso anche quelli dove ci sono meno spazi o posti dove accogliere e cercare di integrare le giovani generazioni, che magari hanno delle aspettative deluse.
Questa storia ci ricorda che non può essere solo una emergenza, ma bisogna agire prevenendo e intervenendo proattivamente. Siamo qui per continuare a dire che nostra intenzione è creare una città accogliente e consapevole dei problemi che ci stiamo affrontando. Le regole devono essere rispettate e ciò è un'importante distinzione. Apprezzato molto le parole del padre di Ramy e della sua fidanzata, che sembrano molto significative.
Vorrei che il ministro venga a Milano per discutere di questi argomenti e per imparare dagli errori del passato. Sono consapevole che potremmo aver commesso degli errori e che dovranno avere le conseguenze. Ma credo che la mia coscienza sia pulita, poiché il lavoro che stiamo facendo da mesi sulla polizia locale è di assunzione e rinforzo delle forze di polizia. Credendo che, tale situazione, si vede che ci sono più vigilanti potrebbero esserci stati degli errori. Rispetto al procedimento, credo che occorra aspettare le indagini in corso e non anticipare giudizi.”
