Draghi: “La difesa comune è un passaggio obbligato. Un bene per l'industria”
in ,

Draghi: “La difesa comune è un passaggio obbligato. Un bene per l'industria”

Draghi: “La difesa comune è un passaggio obbligato. Un bene per l'industria”

La difesa comune è un passaggio obbligato. Un bene per l'industria, diceva Draghi. È un grande piacere avere l'opportunità di approfondire con voi i contenuti del rapporto sul futuro della competitività europea e ringrazio i presidenti di ringraziare tutti per l'interesse che mi portano qui e per i contributi che sono certo arricchiranno il dibattito che ritengo decisivo per il futuro dei cittadini italiani europei.

La difesa comune è un obbligo per l'Unione Europea, che ha garantito pace, prosperità, solidarietà e sicurezza, insieme all'alleato americano, sovranità, indipendenza. Questi sono i valori costituenti dell'Unione Europea, della nostra Unione Europea. Questi valori sono oggi discussi, la nostra prosperità già minacciata dalla bassa intensificazione delle relazioni internazionali e commerciali, oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro alleato maggiore, delta e altre politiche commerciali che avranno un forte impatto sulle imprese italiane europee.

L'Europa è oggi più sola nei fori internazionali, come è accaduto recentemente alle Nazioni Unite, e chiede chi difenderà i suoi confini in caso di aggressione esterna e con quali mezzi l'Europa avrebbe dovuto comunque affrontare comunque combattere la stagnazione della sua economia e assumere maggiori responsabilità per la propria difesa in presenza di un minore impegno americano, da tempo annunciato. Speriamo che ci spingano con uguale energia ad affrontare le complessità politiche e istituzionali che hanno finora ritardato e rallentato l'azione.

Il dato che meglio riassume la persistente debolezza dell'economia del nostro continente è la quantità di risparmio che ogni anno fuoriesce dall'Unione Europea, 500 miliardi di euro, solo nel 2024, risparmi a cui l'economia Europea non riesce a offrire un tasso di rendimento adeguato. Il rapporto analizza estesamenete le cause strutturali di questa inadeguatezza.

La vita import vendo gas naturale all'ingrosso è aumentato in media di oltre il 40% con punte di oltre il 65% e poi si è attestato a più del 15% nell'ultima settimana. Anche i prezzi dell'elettricità all'ingrosso hanno aumentato in modo generalizzato nei diversi paesi europei e continuano a essere più alti tre volte, quattro volte, o cinque volte più alti di quelli negli Stati Uniti. Questo problema è ancora più marcato in Italia, dove i prezzi dell'energia all'ingrosso nel 2024 sono stati mediamente superiori dell'87% rispetto a quelli francesi, del 70% rispetto a quelli spagnoli, del 38% rispetto a quelli tedeschi.

I prezzi del gas all'ingrosso in Italia nel 2024 sono stati mediamente più alti rispetto agli altri mercati europei. La tassazione in Italia è tra le più elevate in Europa, nel primo semestre del 2024, l'Italia risultava il secondo paese europeo con il più alto livello di imposizione e prelievi non recuperabili per i consumatori elettrici non domestici.

I consumatori elettrici non domestici costi dell'energia pongono le aziende europee e italiane in particolare in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri. Questo vince non solo la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ad elevata crescita: si pensi ad esempio all'elevato consumo necessario per i data centers.

La difesa comune è un passaggio obbligato per l'Europa. Un bene per l'industria, un bene per la sicurezza. È necessario esercitare il nostro potere d'acquisto sfruttando la posizione di essere il più grande consumatore al mondo di gas. Possiamo anche coordinare meglio la domanda di gas tra paesi, ad esempio anche riempiendo gli stoccaggi con flessibilità, in modo da evitare l'irrigidimento della domanda complessiva, specialmente nel 2022. È anche necessario pretendere una maggiore trasparenza dei mercati, è indispensabile evitare i rischi di concentrazione e rafforzare il livello di vigilanza.

Questo è il succo di ciò che occorre avviare un percorso di riflessione su come spendere, non solo decidere un ammontare di spesa. Occorre soprattutto che l'attuale procurement europeo per la difesa, pari a circa 110 miliardi di euro nel 2023, sia concentrato su poche piattaforme evolute, invece che su numerose piattaforme nazionali, nessuna delle quali veramente competitiva, essenzialmente dedicata ai mercati domestici. L'effetto del frazionamento è deleterio, a fronte di investimenti complessivi comunque elevati, perché già spenderemo come sappiamo molto, siamo il secondo, il terzo continente per spesa militare, sicuramente molto più della Russia, i paesi europei dicono spendono molto, ma i paesi europei alla fine acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti, tra il 2020 e il 2024, gli Stati Uniti hanno fornito il 65% dell'importazione di systemi di difesa degli stati europei aderenti alla Nato, nello stesso periodo.

L'Italia ha importato circa il 30% dei suoi apparati di difesa dagli Stati Uniti, se l'Europa decidesse di creare la sua difesa di aumentare i propri investimenti superando l'attuale frazionamento, invece di ricorrere in maniera così massiccia alle importazioni, essa ne avrebbe certo un maggior ritorno industriale, nonché un rapporto più equilibrato con l'alleato Atlantico, anche sul fronte economico.

La convergenza tra tecnologie militari e tecnologie digitali porta alla sinergia dei diversi sistemi di difesa, è necessario dotarsi di una strategia continentale unificata per il cloud, il supercalcolo, l', sicurezza. Lo sviluppo non può che essere su scala Europea. La difesa comune dell'Europa diventa pertanto un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza.

Persino la nostra valutazione dell'investimento in difesa oggi basata sul computo delle sole spese militari, andrà modificata per includere gli investimenti su digitale, spazio, per sicurezza, che diventano necessari alla difesa del futuro. Per tutto ciò occorre iniziare un percorso che ci porterà a superare i modelli nazionali e a pensare a livello continentale. Tutto questo riguarda non solo la nostra sicurezza, ma anche la presenza dell'Europa tra le grandi potenze. Le decisioni a cui il rapporto chiama l'Europa sono ancora più urgenti. In questo momento, la necessità di difendersi e di farlo presto è al centro dell'attenzione e delle preoccupazioni della maggioranza dei cittadini europei. Un'Europa che cresce, finanziare più facilmente un fabbisogno finanziario che ormai supera le previsioni del rapporto, un'Europa che il suo mercato dei servizi e dei capitali vedrà il settore privato partecipare a questo finanziamento, ma l'intervento dello Stato resterà necessario gli angusti spazi di bilancio non permetteranno a diversi paesi significative espansioni del deficit né sono pensabili contrazioni nella spesa sociale. Sarebbe non solo un errore politico, ma soprattutto la negazione di quella solidarietà che è parte dell'identità europea, quell'identità che vogliamo proteggere difendendo dalla minaccia presente nel rapporto l'Europa dovrà dunque agire come un solo Stato. Questo può voler dire o una maggiore centralizzazione delle decisioni e delle capacità di spesa o un coordinamento più rapido e più efficace tra i paesi che condividono quei paesi che condividono gli indirizzi di fondo raggiungere i compromessi necessari per una strada comune. In ogni momento di questo processo i parlamenti nazionali e il Parlamento Europeo avranno un ruolo essenziale. Le scelte che ci sono di fronte sono di grande momento, come forse mai dalla fondazione dell'Unione Europea la , in particolare la interna di ogni Stato membro ne sarà al centro. Voi parlamentari ne sarete protagonisti rispondendo con le vostre decisioni alle aspirazioni, ma anche alle preoccupazioni dei cittadini. Così, però, solo così costruiremo un'Europa forte e coesa, perché ogni Stato, ogni suo stato, è forte solo se è insieme agli altri e solo se è coeso al suo interno. Grazie.


YouTube video

Cosa ne pensi?
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0