La manifestazione pro-palestina a Milano si è svolta ieri, caratterizzata da canti e slogan contro Israele, definito “Stato terrorista”, e da incitamenti all'Intifada. Alcuni manifestanti hanno esposto fotografie di Yahya Sinwar, l'ex leader di Hamas che ha pianificato gli attacchi del 7 ottobre.
Durante la manifestazione, alcuni partecipanti hanno esordito con un commento provocatorio, dedicando un applauso ai ragazzi di Amsterdam che si sono presi giustizia contro i tifosi israeliani aggressori in Olanda. “Il vittimismo è una caratteristica del movimento sionista” hanno poi urlato dal megafono, suscitando applaudimenti e fischi da parte del pubblico. Non è mancata neanche un'incitazione contro la stampa, con gli astanti che hanno urlato “Giornalisti vigliacchi” dal megafono.
Tra i cori gridati dai manifestanti, ci sono stati slogans come “Israele criminale, Palestina immortale”, che esprimono apertamente la loro convinzione che Israele sia un'entità criminale e la Palestina una causa santa.
La manifestazione si è svolta a Milano, ma ispirata da eventi come quelli di Amsterdam, dove i tifosi del Maccabi Tel Aviv sono stati oggetto di aggressioni da parte di un gruppo di persone che si erano riuniti per appoggiare la causa palestinese. Quei fatti sono stati celebrati dai manifestanti a Milano, che li hanno visti come una forma di giustizia sommaria contro coloro che sostengono Israele.
Questo tipo di manifestazione non è nuovo, poiché la lotta per la Palestina e contro Israele ha una lunga storia che risale ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, l'importanza di questo evento si è evidenziata nella sua capacità di riunire diverse frange della società, da studenti a membri di partiti politici, in un corteo che si snoda per le strade della città.
La reazione della comunità ebraica a queste manifestazioni è spesso stata di dissenso e di riconoscimento della propria identità ebraica. Alcuni esponenti della comunità ebraica si sono espressi dicendo che queste manifestazioni sono un'emanazione del antisemitismo, che si nasconde dietro la causa palestinese.
La società civile, gli intellettuali e le organizzazioni religiose hanno espresso la propria preoccupazione riguardo a queste manifestazioni, sostenendo che la violenza e l'incitamento all'odio non sono mezzi effettivi per raggiungere i propri obiettivi.
L'importanza di questa manifestazione è evidente nella sua capacità di coinvolgere persone provenienti da diverse generazioni e da diverse posizioni politiche, sia a favore che contro la causa palestinese. Tuttavia, è anche importante ricordare che la violenza e l'incitamento all'odio non sono mezzi giustificati per difendere una causa e che la lotta per la pace e la risoluzione dei conflitti deve essere basata sul dialogo e sulla ricerca della comprensione tra le parti in conflitto.
In sintesi, la manifestazione pro-palestina a Milano è stata un evento politico e sociale importante, che ha coinvolto diverse frange della società e ha espresso le proprie convinzioni sull'importanza di difendere la causa palestinese. Tuttavia, è necessario ricordare la necessità di combattere la violenza e l'incitamento all'odio in ogni forma e di favorire la pace e la comprensione tra le parti in conflitto.