Rumoroso il futuro politico di Pier Silvio Berlusconi, figlio del noto imprenditore e politico Silvio Berlusconi. Dopo mesi di voci e speculazioni, sembra che l'ipotesi di una sua discesa in politica si rafforzi. L'idea di una sua candidatura alla guida di Forza Italia, sempre smentita, farebbe tremare lo scenario politico e probabilmente l'intero centrodestra.
Gli addetti ai lavori suggeriscono di puntare lo sguardo ad aprile 2025, quando si terrà il referendum sull'autonomia differenziata. La possibilità di una sconfitta del centrodestra in tale consultazione potrebbe dare il via a una crisi di governo, visto che Matteo Salvini ha legato la sopravvivenza dell'esecutivo alla sua riforma principe.
Se Pier Silvio si trovasse ad affrontare la stessa sfida che il padre ha vinto trent'anni fa, cioè mettere insieme una squadra di persone fidate e proporre la propria candidatura all'insegna della “rivoluzione liberale”, dovrebbe affrontare una battaglia ancora più difficile. Arricchita dalla battaglia sui diritti civili, inaugurata dalla dichiarazione di Marina Berlusconi, Pier Silvio potrebbe trovare un terreno fertile per la sua azione politica.
Giorgia Meloni, finora, ha opposto un “me ne frego” all'ipotesi di dimissioni in caso di sconfitta al referendum. Tuttavia, in caso di bocciatura della riforma, è difficile pensare che Salvini e la Lega restino zitti e buoni in maggioranza. Il Governo Meloni non sarà mandato a casa dalle opposizioni, divise e inette, ma solo da un'implosione dell'alleanza di centrodestra.
Elly Schlein, segretario del Partito Democratico, vede il Pd calare nei sondaggi nonostante tutti i guai del governo. Non ha un interlocutore affidabile, visto che Giuseppe Conte è appeso alla costituente del M5s e ha uno scontro aperto con Beppe Grillo. Anche se dovesse vincere la disfida pentastellata, Peppiniello Appulo resterà una spina nel fianco per i dem.
A questi potenziali bacini elettorali potrebbe “parlare” una nuova Forza Italia, depurata dalle scorie giudiziarie del padre e rinfrescata da un'apertura maggiore a diritti civili, minoranze, europeismo e atlantismo. Il progetto politico di Pier Silvio, incoraggiato dalla compagna Silvia Toffanin e dal fidato Niccolò Querci, consigliere d'amministrazione di Mediaset, trova la ferma opposizione di Marina.
La primogenita, scottata da anni di battaglie mediatiche e giudiziarie del padre, teme che il fratello finisca fagocitato dal tourbillon dell'agone politico. Il teorema Marina è: restiamo defilati e governiamo nell'ombra. Una saggia posizione, visto che l'ingresso in politica potrebbe esporre Pier Silvio al pelo e contropelo dei media e della magistratura.
Scavando scavando, anche nel privato, qualcosa si trova sempre. Il destino di Pier Silvio Berlusconi sembra essere legato a quello del padre, ma forse il giovane Berlusconi potrebbe riuscire a creare un suo percorso politico originale, libero dalle ombre del passato.