è stato disposto dalla procura di torino un sequestro da 74,8 milioni per frode fiscale ai…
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è stato disposto dalla procura di torino un sequestro da 74,8 milioni per frode fiscale ai…

Il procedimento di sequestro di 74,8 milioni di euro emesso dalla Procura di Torino contro i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen, non costituisce un accertamento di responsabilità per i nostri assistiti, come chiarito nella comunicazione della Procura stessa. Inoltre, secondo i legali, il sequestro non rispetta i requisiti previsti dalla legge poiché non vi è stato alcun rischio di dispersione dei beni degli indagati.

I fratelli Elkann sono indagati per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato per un’importo complessivo di 74,8 milioni di euro, relativamente alle vicende della successione ereditaria di Marella Caracciolo e alle relative controversie familiari tra Margherita Agnelli e i suoi figli John, Lapo e Ginevra.

I legali dei fratelli Elkann hanno ribadito che Marella Caracciolo era residente in Svizzera sin dagli inizi degli anni settanta, ben prima della nascita dei fratelli Elkann, e che la sua volontà di risiedere in Svizzera non ha mai cambiato nel corso della sua vita. Pertanto, le circostanze di fatto come ricostruite dalla Procura non sono condivisibili e restano convinti di poter dimostrare l’estraneità dei loro assistiti ai fatti addebitati.

La Procura torinese sostiene che ci sia l’esistenza di un “disegno criminoso” volto a sottrarre l’ingente patrimonio e i relativi redditi alle leggi successorie e fiscali italiane. Secondo l’ipotesi accusatoria, gli indagati avrebbero rappresentato la residenza elvetica della vedova di Gianni Agnelli, appunto, attraverso una strategia articolata.

Gli accertamenti hanno messo in evidenza alcune poste di contenzioso: imposte sui redditi, per un importo di 42,8 milioni di euro circa, relative alla sottrazione all’imposizione di una rendita vitalizia percepita da Caracciolo e redditi di capitale derivanti da attività finanziarie detenute da trust con sede alle Bahamas. Per le imposte sule successioni e donazioni sono stati computati tributi evasi per oltre 32 milioni di euro, su una massa ereditaria ricostruita di oltre 800 milioni.

In sintesi, i legali dei fratelli Elkann contestano il sequestro e sostengono l’estraneità dei loro assistiti ai fatti addebitati, mentre la Procura accusa gli indagati di aver concepito un “disegno criminoso” per sottrarre l’ingente patrimonio e i relativi redditi alle leggi successorie e fiscali italiane.

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