“Ecco perché vogliono fare fuori Scarpinato dalla commissione Antimafia”: le parole di Di Matteo
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“Ecco perché vogliono fare fuori Scarpinato dalla commissione Antimafia”: le parole di Di Matteo

“Ecco perché vogliono fare fuori Scarpinato dalla commissione Antimafia”: le parole di Di Matteo

“Ecco perché vogliono fare fuori Scarpinato dalla commissione Antimafia”: le parole di Di Matteo

Sono felice di poter ancora una volta dimostrare la mia stima nei confronti di Roberto Scarpinato. Perché ai miei occhi Roberto Scarpinato ha sempre incarnato la figura di un vero magistrato indipendente, coraggioso, distante da ogni tentazione di opportunistica adesione ai desiderata del potere, capace a mio avviso come pochi altri di una visione alta dei fenomeni criminali più complessi.

Roberto Scarpinato ha portato tutto questo, anche in questa fase della sua vita caratterizzata dall'impegno politico, con una continuità di intenti e di condotte che mi sento di dire è plasticamente rappresentata dal suo ultimo atto, cioè il deposito di una sorta di lunga memoria destinata alla Procura nazionale antimafia, tra gli altri uffici, con l'indicazione degli approfondimenti investigativi necessari a completare il percorso di verità sulle stragi, il primo atto da politico o meglio da componente della commissione parlamentare Antimafia.

Il deposito di una traccia precisa, argomentata e incalzante di ciò che quella commissione avrebbe dovuto fare, solo se quella commissione avesse avuto la volontà di intraprendere un percorso di approfondimento della verità sulle stragi. Ecco perché oggi non ho dubbi nel ritenere che la richiesta di estromissione del senatore Scarpinato da quella commissione risponde strumentalmente alla necessità di neutralizzare chi non si rassegna ad accettare che la strategia stragista che la stagione delle stragi venga definitivamente e in modo rassicurante per l'opinione pubblica archiviata come frutto esclusivo dell'onnipotenza di un delirio di onnipotenza di Salvatore Rina e magari di qualche imprenditore “Cuso” in odore di mafia.

Mettere Roberto Scarpinato dalla commissione antimafia, prima ancora cercare di delegittimarlo, non stanno in piedi e risponde alla esigenza di evitare qualsiasi approfondimento in direzione di possibili causali delle stragi legate alla destra eversiva, legate alla trattativa stato-mafia, legate ai rapporti con movimenti politici all'epoca delle stragi in fase di formazione e quindi attraverso l'utri anche con e con l'allora nascente movimento politico Forza Italia. Questo è lo scopo che è chiaro ai miei occhi.

Ma io credo che l'uomo della strada, di cui parla Saverio nel suo libro, abbia compreso che gli scopi sono questi. E guardate, è proprio riflettendo sulla necessità di adottare il metodo giusto nella ricostruzione di fatti complessi che ho ripensato a quanto pericolosa sia la strada sia il metodo individuato dalla commissione parlamentare Antimafia nell'approccio alla vicenda delle stragi dal 1992 al 23 gennaio del 1994.

In Italia sono state compiute sette stragi. È necessario per capire qualcosa avere una visione unitaria di quanto accaduto. È necessaria un'ottica di analisi complessiva che tenga conto del collegamento tra un episodio criminale e gli altri, che tenga conto anche dell'evoluzione in quel momento del quadro politico nazionale e internazionale. Vedete, estrapolare da quella teoria di stragi la sola strage di via D'Amelio, addirittura concentrarsi soltanto con riguardo alla strage di via d'Amelio, soltanto su una pista, quella dell'eritema Palti, di fatto costituisce un intralcio alla verità secondo i metodi che sono tradizionalmente quelli più pericolosi, atomizzare, spezzettare, considerare i fatti l'uno distinto dagli altri, cercare di concentrare sul particolare, perdendo completamente la vista del quadro generale.

Ecco perché al di là di tutte le altre polemiche, sulle quali io non voglio entrare, una cosa la voglio dire: per me è il metodo che è stato adottato e per adottarlo hanno dovuto disattendere le richieste di Roberto Scarpinato, che rischia di costituire la pietra tombale nella speranza di approfondimento della verità. È un gravissimo errore, ammesso che sia un errore, concentrarsi soltanto su una delle sette stragi, come se fosse completamente avulsa dalle altre.


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