Elezioni, la retorica dell’allarmismo e la mortificazione degli elettori: la scelta del meno peggio non deve sorprendere
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Elezioni, la retorica dell’allarmismo e la mortificazione degli elettori: la scelta del meno peggio non deve sorprendere

Elezioni, la retorica dell'allarmismo e la mortificazione degli elettori: la scelta del meno peggio non deve sorprendere

Chi ha ragione? Il campione del mondo Kylian Mbappé, che esorta i francesi a recarsi alle urne perché “non possiamo mettere il paese nelle mani di quelli”? O Marine le Pen che si dice stanca di “ricevere lezioni di morale”? Si vedrà presto, non più tardi di domani sera, quale sarà la composizione dell'Assemblea nazionale. Nel frattempo, sull'onda di questo straordinario anno di elezioni che sta chiamando al voto la metà esatta della popolazione mondiale, è tempo che la cerchi di guardare oltre il dito. Che si ponga, senza reticenze, qualche domanda. E per esempio.
Fino a che punto è vincente la retorica dell'allarme democratico, l'appello contro la minaccia reazionaria? Fino a che punto è utile chiamare alle armi i propri elettori come fossero brigate…

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