Emma Dante mette in scena la “danza della vita” in “Extra moenia”, allegoria del nostro tempo
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Emma Dante mette in scena la “danza della vita” in “Extra moenia”, allegoria del nostro tempo

In scena 14 attori, una comunità, un coro, un insieme di corpi che si muovono all'unisono in una danza che rappresenta il cammino della vita. “Danziamo, danziamo… altrimenti siamo perduti”, scrive Emma Dante, citando la grande ballerina tedesca Pina Bausch. Questa allegoria del nostro tempo, in cui si accavallano orrori, ingiustizie e brutture, la regista affida alla danza, al movimento libero e casuale, un potere liberatorio e salvifico.

I protagonisti di “Extra moenia”, anime “perse” che camminano, insieme, si scontrano, si incontrano, si separano per poi ritrovarsi e forse… salvarsi. Da sveglia mattutina, in un crescendo animato di suoni, parole e gesti, si susseguono accadimenti legati al presente. C'è un ferroviere, la donna ucraina che scappa dai bombardamenti, il migrante che arriva dal Congo, il militare che esalta la guerra, ci sono due innamorati che si promettono amore ma lei non si decide a sposarlo, c'è una famiglia religiosa, una donna iraniana, due calciatori del , c'è lo stupro del branco, il mercato, il lungo elenco dei divieti, c'è il grido di protesta e il canto di speranza.

Tutti si ritrovano per strada, fuori dalle mura di casa, per vivere insieme le meraviglie e le miserie della vita. Prima su un treno, poi in una piazza, in una chiesa, al bar, poi di nuovo per strada, al freddo, al caldo, in un posto non sicuro dove un attentato semina il panico fino ad arrivare al mare in un naufragio collettivo. Ecco, in questo viaggio, i protagonisti affrontano la disperazione, la paura, la speranza e l'amore, cercando di trovare il proprio posto nel mondo, tra le meraviglie e le miserie della vita.

La danza, il movimento libero e casuale, rappresenta il loro cammino, il loro processo di crescita e di scoperta. Non è una strada facile, percorrono sfumati, tortuosi e brutali tragitti, ma non si lasciano intimidire dalle difficoltà. Emma Dante ha scritto: “Quando la è un mare, la danza è una barca, che naviga, che si aggrappa e che si salva”. Ecco, in questo senso, la danza rappresenta la loro lotta per sopravvivere e per essere liberi.

La è un elemento fondamentale del lavoro, un riverbero delle emozioni e dei sentimenti dei protagonisti. I gesti, gli sguardi, i rapporti tra le persone sono tutti innestati nella musica, creando un'atmosfera unica e composita. La regista ha creato un'opera in cui l'arte del movimento vince sul confine tra il reale e il fantastico, tra il pensiero e l'azione, tra la paura e la speranza.

La rappresentazione del viaggio, del percorso, della lotta per sopravvivere è volta a esprimere la comunità, l'unità, la fragilità e la forza umana. I protagonisti di “Extra moenia” sono una rappresentazione della società, con tutta la sua complessità e la sua fragilità. Non è una rappresentazione semplificata, ovviamente, ma una rappresentazione della società reale, con tutte le sue contraddizioni e i suoi conflitti. Ecco, in questo senso, “Extra moenia” è un'opera che parla a tutti, sono una rappresentazione della condizione umana.

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