Epoque: «Essere neri in Italia ti mette davanti a un muro, ma qualcosa sta cambiando. La seconda generazione è fiera delle proprie radici»
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Epoque: «Essere neri in Italia ti mette davanti a un muro, ma qualcosa sta cambiando. La seconda generazione è fiera delle proprie radici»

Epoque: «Essere neri in Italia ti mette davanti a un muro, ma qualcosa sta cambiando. La seconda generazione è fiera delle proprie radici»

«Non c'è solo il mio essere artista, ma anche il mio percorso di vita, le mie origini, il mio essere italiana». Quando si chiede a Janine Tshela Nzua – nuovo volto dell'afrobeat italiano e autrice di uno dei prossimi tormentoni estivi (No Stress, scritto e interpretato insieme a VillaBanks) – di spiegare il suo nome d'arte, Epoque, risponde con queste parole. Come ci ricorda lei stessa, il suo percorso musicale è nato «per caso», senza avere il tempo di pensare a un personaggio da portare scena, ma solo con la ferma volontà di raccontare il mondo sfaccettato che si nasconde dietro alle sue canzoni, quelle in cui italiano, francese e lingala (lingua della Repubblica Democratica del Congo) dialogano e si influenzano a vicenda, o dove si descrivono stralci d'esistenza, a volte…

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