Ermal Meta: «Sono spaventato dal mostro che dorme dentro di me, il più delle volte è un lupo. So che c'è, così come lo sente dentro di sé ogni uomo. Cerchiamo di tenerlo a bada, ma c'è»
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Ermal Meta: «Sono spaventato dal mostro che dorme dentro di me, il più delle volte è un lupo. So che c'è, così come lo sente dentro di sé ogni uomo. Cerchiamo di tenerlo a bada, ma c'è»

Ermal Meta: «Sono spaventato dal mostro che dorme dentro di me, il più delle volte è un lupo. So che c'è, così come lo sente dentro di sé ogni uomo. Cerchiamo di tenerlo a bada, ma c'è»

Le parole di Ermal Meta sulla violenza sulle donne sono tutt’altro che banali, e mettono in luce un aspetto della questione (drammatica) su cui si fa ancora troppa poca luce: la responsabilità collettiva degli uomini, e quella individuale di ogni singolo uomo, di abbandonare la propria posizione dominante in cui secoli di patriarcato lo hanno posto. Una posizione di cui originariamente non ha certamente colpa: ogni uomo nasce così, socialmente, culturalmente, economicamente superiore a una donna, senza che nulla abbia fatto per meritarselo, ma solo perché la storia lo sistema lì, in un luogo inarrivabile per una donna a pari condizioni. E in un luogo che talvolta – purtroppo – lo porta a esercitare un potere tale che degenera in violenza, in supremazia, in sopraffazione. Finanche…

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