Extinction Rebellion, un'attivista: “Costretta a denudarmi in questura, è stato degradante”
Le attiviste di movimenti come Extinction Rebellion, Ultima Generazione e Palestina libera sono state recentemente costrette a spogliarsi integralmente durante un arresto dalla polizia italiana. L'accaduto si è verificato a Brescia, dopo che le ragazze avevano partecipato a un'azione di disobbedienza civile di fronte all'azienda Leonardo Spa, produttrice di armi.
Uno dei membri del gruppo, Arianna, 21 anni, studio storia alla Statale di Milano e parte del movimento Extinction Rebellion, ha rilasciato un'intervista in cui racconta la sua esperienza.
“Avevo immaginato possibili scenari”, dice Arianna, “ma non pensavo fosse necessario spingersi fino a quel punto. Sono stata portata in questura dopo aver partecipato a un'azione di disobbedienza civile contro la produzione di armi. Ho visto le nostre azioni come un tentativo di fare arrivare a galla le reali priorità di questa società”.
Durante la perquisizione, Arianna è stata richiesta di spogliarsi integralmente, compresi i reggiseni. Ciò la donna ha fatto perché temeva la prospettiva di essere spogliata dalle forze dell'ordine, nonché le mestruazioni che era in corso. La sua richiesta di fare tre piegamenti durante la perquisizione non è stata ascoltata, a differenza di quanto succede normalmente in queste situazioni.
“Avevo immaginato dei possibili scenari”, riprende Arianna, “ma non pensavo che fosse necessario spingersi fino a quel punto. La polizia è stata molto insistente, parlano di procedura e prassi. Siamo state 23 persone, ma 8 di noi sono state costrette a spogliarsi. La polizia ci ha sottratto anche tutti i nostri oggetti, compresi gli antidolorifici e gli assorbenti. In quel momento non avevo modo di avere assistenza per la mia mestruazione”.
L'attivista riconosce che la sua situazione è diversa dalle altre donne, ma ritiene che si tratti di un problema importante che richiede di essere affrontato. “La polizia sembra non preoccuparsi dei diritti delle donne, neppure nel momento in cui stanno effettuando una perquisizione. Penso che il nostro caso mostri come sia necessario chiedere più spesso per il rispetto dei diritti delle donne in questi contesti”.
Arianna conclude ringraziando per l'attenzione dei media e auspicando un aumento della coscienza sugli abusi che le donne sono costrette a subire durante le attività di mantenimento dell'ordine. “Saremo felici di continuare a lottare per questi diritti”, afferma, “in un futuro libero dalle armi e dalle dittature delle corporazioni”.