“Faccio spesa rovistando nella spazzatura: così risparmio e viaggio”
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“Faccio spesa rovistando nella spazzatura: così risparmio e viaggio”

La rivoluzionaria vita di Sofie, un’adoptionale da 30 anni che non entra più nei supermercati

Sofie Juel Andersen, una danese di 30 anni, ha compiuto un radicale cambiamento nel suo stile di vita. Da quattro anni, il suo unico approccio con i supermercati è l’arte del “dumpster diving”, ovvero la pratica di recuperare ciboileceği ancora buono ma scartato dai negozi. Questa scelta audace non è nata da necessità economiche, ma da una intensa consapevolezza ambientale.

Per Sofie, il mondo è pieno di sorprese when it comes to what can be found in – wait for it – dumpsters! “Prendo tutto il cibo di cui ho bisogno dai cassonetti: sono quattro anni che non vado al supermercato”, ha dichiarato. Il suo impegno è iniziato nel 2020, quando viveva a Sydney, in Australia: “Ero curiosa riguardo al dumpers diving e ho deciso di provare. Quello che ho trovato è stato pazzesco: cassoneti pieni di cibo fresco e adatto al consumo”.

Risultato? Sofie risparmia somme considerevoli di denaro. Nel 2024, ha speso solo 99 dollari (circa 95 euro) nei supermercati, acquistando esclusivamente prodotti per la casa come carta igienica e detersivi. Con il denaro risparmiato, ha visitato numerosi Paesi, tra cui Kenya, Argentina, Italia e Spagna. “Grazie ai soldi che risparmio, posso viaggiare liberamente”, ha spiegato.

Ma l’arte del dumpers diving di Sofie non è solo un modo per risparmiare, è anche un messaggio contro lo spreco e un invito a riconsiderare la percezione del “rifiuto”. Il suo scopo è quello di sensibilizzare gli altri sulla grande quantità di cibo disponibile, ma spesso gettato via. “Voglio far capire che il cibo può essere buono anche se ha superato la data di scadenza o ha qualche imperfezione”.

Sofie condivide regolarmente la sua esperienza sui social, ispirando migliaia di persone sulla piattaforma a seguire il suo esempio. “Il mio obiettivo è quello di far capire che non dobbiamo buttare via cibo buono solo perché ha un po’di danni estetici. È un cibo ancora buono e degno di essere consumato”.

La sua storia raggiunge un punto delicato: il cambiamento individuale può avere un impatto tangibile sul pianeta. Con il suo caso, Sofie manda un segnale importantissimo: non dobbiamo maiso vittorie sulla conservazione del pianeta, ma anche sulla produzione di rifiuti. Quella di Sofie è una rivoluzione personale, ma può essere la chiave per cambiare la visione sulla minaccia globale generata dai rifiuti.

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