Femminicidio Tina Sgarbini, il paradosso del codice rosso

Femminicidio Tina Sgarbini, il paradosso del codice rosso

Femminicidio Tina Sgarbini, il paradosso del codice rosso

La psicologa e psicoterapeuta Barbara Fabbroni riflette sul caso dell'ennesimo femminicidio, quello di Tina Sgarbini, 47 anni, trovata morta nella sua casa a Montecorvino Rovella. Il suo ex compagno ha confessato il delitto dopo un'altra lite. Barbara Fabbroni afferma che “abbiamo strumenti come il Codice Rosso, ma nella catena degli interventi ci sono anelli deboli e si perde di vista la persona”.

Secondo la psicologa, è fondamentale intervenire molto prima, educando al rispetto e alla gestione delle emozioni fin dall'infanzia, poiché è lì che si costruisce il modo in cui una persona entra in relazione con l'altro. La società deve costruire una persona che riconosca l'altro da sé e i suoi bisogni, senza far sì che quei bisogni diventino una collusione che scatena la furia omicida.

Il paradosso è che, nonostante gli strumenti di prevenzione come il Codice Rosso, la catena degli interventi ha ancora anelli deboli che permettono a questi tragici eventi di accadere. La riflessione è che l'educazione e la costruzione dell'identità di un individuo deve iniziare fin dalla nascita, creando un ambiente che sia nutritivo e soddisfacente per far sì che la persona cresca nella piena coerenza e linearità.

Tuttavia, ancora oggi, ci si trova a parlare di casi come questo, dove qualcosa è sicuramente colluso e ha portato a questo ennesimo femminicidio. La psicologa sottolinea l'importanza di intervenire presto e di costruire una società che educa al rispetto e alla gestione delle emozioni, per prevenire questi tragici eventi.


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