Femminicidio Tramontano, ergastolo per Impagnatiello: “Per la famiglia di Giulia non è una vittoria”
La sentenza dell'ergastolo è stata emessa contro Alessandro Impagnatiello, accusato dell'omicidio di Giulia Tramontano, 29enne incinta al settimo mese. La famiglia della vittima, compresa la relativa paura e determinazione, ha reso un discorso emotivo in aula, dichiarando che “per loro non è una vittoria, perché la sconfitta l'hanno conosciuta quando Giulia ha smesso di vivere”.
La sentenza condanna Impagnatiello all'ergastolo con isolamento diurno per tre mesi, più 7 anni di reclusione per i capi B e C. L'avvocato della famiglia della vittima ha detto: “Per loro non è una vittoria, perché la sconfitta l'hanno conosciuta quando Giulia ha smesso di vivere”. Inoltre, ha aggiunto che “la corte d'asse di Milano ha dichiarato Impagnatiello Alessandro colpevole di atroci e lo condanna alla pena dell'ergastolo per il capo A e alla pena di anni 7 di reclusione per i capi B e C, dunque alla pena dell'ergastolo con isolamento diurno per la durata di mesi tre”.
La famiglia della vittima, in lacrime, ha presto un discorso in cui ha ricordato la vita di Giulia e ha espresso la speranza che la sua morte possa servire da esempio per altre donne vittime di violenza domestica. La presidente della famiglia ha detto: “Non è sicuramente una vittoria la loro sconfitta, perché la loro sconfitta l'hanno conosciuta quando Giulia ha smesso di vivere”. Ha anche aggiunto che “la loro viazione è come avete osservato in aula, dove sono scoppiati tutti quanti in un pianto un pianto consolatorio si sono sentiti più sollevati, anche se per loro non è sicuramente una vittoria la loro sconfitta per tutta la vita, l'hanno conosciuta l'anno scorso il 27 maggio, quando Giulia ha smesso di vivere”.
