Femministe in corteo: “Lotta contro la guerra, non possiamo definirci libere mentre sorelle muoiono”
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Femministe in corteo: “Lotta contro la guerra, non possiamo definirci libere mentre sorelle muoiono”

Femministe in corteo: “Lotta contro la guerra, non possiamo definirci libere mentre sorelle muoiono”

“Il 1° marzo 2023, centinaia di migliaia di donne e non binary si sono riversate per le strade di per protestare contro la guerra, contro il razzismo, contro la violenza di genere. La loro battaglia è più ampia, più complessa, più radicale. Non è solo una lotta per la pace, non è solo una lotta per la giustizia sociale. È una lotta contro la guerra, contro la violenza, contro la discriminazione.

La guerra globale isola le donne, le separa, le fa morire. In Palestina, in Congo, in Indonesia, in Europa. E in Italia, dove la guerra si manifesta attraverso le politiche sicuritarie, i blackout sulle città, le zone rosse. La guerra contro le donne, contro le donne di colore, contro le donne povere.

La nostra lotta non è la lotta armata. Non è una lotta che si può vincere impostando la violenza contro la violenza. La nostra lotta è la lotta per la pace, per la giustizia, per l'uguaglianza. La nostra lotta è contro la violenza di genere, la nostra lotta è contro l'esclusione, la nostra lotta è contro l'oppressione.

Non crediamo che la democrazia possa esser rappresentata da un'esistenza in cui il corpo delle donne è sempre proprietà delle donne stesse. Noi non vogliamo l'”eguaglianza di genere” come kpie pubblicitaria, ma vogliamo l'uguaglianza tra gli esseri umani. Non vogliamo l'”uguaglianza” come strumento per perpetuare l'ingiustizia, ma vogliamo la libera esistenza di tutti gli esseri umani.

Vogliamo cento volte ripetere che la nostra lotta non è una lotta islamafonda, non è una lotta nepotista, non è una lotta etno-femminista. È una lotta contro la guerra, contro la violenza, contro la discriminazione. E contro la violenza di genere in particolare, l'arma più letale usata dalle istituzioni patriarcali per controllare il corpo e la vita delle donne.

La nostra lotta è anche contro l'assenza di imposte per la tutela delle donne, contro la mancanza di spazi sicuri per le donne, contro la mancanza di forme di sostegno alle donne vittime di violenza. La nostra lotta è contro l' ipocrisia, contro la corruzione, contro la methodologia della violenza.

Vogliamo contestare la del ‘soccorso' che per gli uomini oppressi, non per le donne. Non crediamo che un uomo politico possa decidere che la nostra vita è ‘la nostra' vita, crediamo che gli uomini cerchino di favorire l'ipotesi che la nostra vita è la loro proprietà. La nostra lotta è contro questo, non contro colui che può smettere di violentare la moglie, ma contro colui che ha sempre violentato la moglie.

Vogliamo contestare la mancanza di investimenti nella prevenzione, nella formazione, nella consulenza per le donne. La nostra lotta è contro l'assenza di un sistema etico, morale, giuridico che protegga le donne. Non vogliamo l'”azione” contro le donne, non vogliamo la ‘presa in carico' delle donne, non vogliamo la ‘salvezza' delle donne. Vogliamo solo l'amore, la libertà, l'uguaglianza.”


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