La Corte costituzionale, ancora in attesa del quindicesimo giudice a seguito dell'inerzia del Parlamento, cui mancano pochi mesi per perdere ulteriori tre membri in scadenza nel prossimo 21 dicembre, ha preso la decisione di aprire ieri udienza pubblica sulla delicata questione dell'autonomia differenziata.
L'assise giudiziaria, che ha già segnato il passaggio di importanti provvedimenti costituzionali, si appresta a esaminare un tema che è alle prese con una trasformazione profonda: la ripartizione del potere tra lo Stato e le Regioni. Il dibattito, che coinvolgerà anche il Senato, dove sono presenti figure come Giorgia Meloni e Matteo Salvini, si svilupperà in un climate di grande attenzione e interesse.
La novità più significativa annunciata dalla Corte consiste nell'apertura di un confronto, che potrebbe portare a una ridefinizione dei rapporti tra Centro e Periferia, tra lo Stato unitario e le Regioni. L'idea sottesa è quella di creare un sistema che consenta alle Regioni di avere maggiore autonomia e di rafforzare la governance locale, in modo che le decisioni siano prese più vicine ai cittadini e non più solo a livello centrale.
Sarà il caso delle Regioni a statuto speciale, come l'Abruzzo e la Calabria, che potrebbero avviare un percorso di autonomia, diverso da quello della maggior parte delle altre Regioni. Il modello che si vorrebbe creare è quello del “dualismo institutionalizzato”, ovvero uno schema in cui lo Stato e le Regioni hanno ruoli e attribuzioni chiaramente definite, in modo tale da evitare contrapposizioni e situazioni di incertezza.
Il dibattito sulla questione ha già coinvolto la maggior parte dei player politici, tra i quali il Presidente della Repubblica, la maggioranza parlamentare e i partiti nazionali. In occasione della discussione avvenuta ieri all'Assemblea politica, Giorgia Meloni, leader del partido Fratelli d'Italia, ha sottolineato l'importanza di una maggiore autonomia per le Regioni, affermando che “la differenziata autonomia va in direzione di uno Stato più unito e più forte”.
Contro di ciò è intervenuto Matteo Salvini, leader del Partito della Lega Nord, che ha affermato che “è necessario creare una Costituzione più decente, più democratica e più efficiente” e che “l'idea di un'autonomia differenziata è un modo per decentralizzare il potere”.
La Corte costituzionale, nel mezzo di questo dibattito, dovrà prendere una decisione che tenga conto sia delle esigenze politiche che dei bisogni delle Regioni, cercando di creare un equilibrio giusto tra la necessità di rafforzare la governance locale e di garantire la coesione nazionale.
Si tratta di un difficile compito, ma certo non impossibile. L'esperienza italiana recente ha dimostrato che è possibile varare riforme importante, come la riforma elettorale del 2015 o la riforma istituzionale del 2012. In futuro, la Corte dovrà affrontare anche la questione degli eletti, considerando la possibilità di creare un sistema misto, in cui eletti e nominati convivono, pur mantenendo la maggioranza dei membri rappresentati dalle Regioni.
In sintesi, l'udienza sulla questione dell'autonomia differenziata rappresenta un evento importante per il futuro delle istituzioni nazionali e regionali. La Corte dovrà prendere atto delle esigenze delle Regioni e quelle dello Stato, mantenendo la sua neutralità e la sua indipendenza, in modo che il dibattito sul tema possa portare a una soluzione solida e duratura per il Paese.