Il vicepresidente italiano della Commissione UE, Raffaele Fitto, ha perso l'importante guida della direzione generale delle Riforme, che sarà affiancata alla task force Recovery e inglobata nel segretario generale della Commissione. La decisione è stata presa da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE, che ha stabilito l'ordine gerarchico tra i sei vicepresidenti, con Fitto all'ultimo posto.
La guida della direzione generale delle Riforme era un ruolo chiave in vista delle possibili modifiche al bilancio UE, che potrebbero legare la distribuzione dei fondi UE all'effettiva realizzazione delle riforme da parte dei singoli Stati. La struttura, che lavorava con circa 200 funzionari, sarà ora affiancata alla task force Recovery e inglobata nel segretario generale della Commissione, sotto il diretto controllo di von der Leyen.
La nomina di Fitto a vicepresidente esecutivo era stata difesa a spada tratta da von der Leyen contro il Parlamento europeo, ma ora che l'esecutivo si è ufficialmente insediato, emergono con chiarezza gli equilibri interni a Palazzo Berlaymont.
Inoltre, l'Italia risulta essere esclusa dalla partita dei capi di gabinetto, con solo un capo di gabinetto italiano su ventisette. Vincenzo Matano, apprezzato funzionario di lungo corso al Parlamento europeo, guiderà il team di Fitto, con il quale aveva già lavorato all'Eurocamera nel gruppo dei Conservatori. In totale, sono circa una decina gli italiani sparsi negli uffici dei commissari, ma a oggi non ce n'è neanche uno nella squadra della vicepresidente Ribera e nemmeno in quello del francese Séjourné.
La Germania, d'altra parte, ha ben quattro capi di gabinetto e cinque vice, mentre la Francia ha un solo capo di gabinetto, ma ben sette vice, tra cui quelli della presidente von der Leyen e dell'Alto Rappresentante Kallas.