La fuga dei pensionati italiani in Albania: una scelta sempre più popolare
Carmine Iampietro, 75 anni, fondatore dell’associazione che riunisce i pensionati italiani in Albania, nomina una delle principali ragioni per cui tanti suoi connazionali si stanno trasferendo nel Paese balcanico: il costo della vita nettamente inferiore rispetto all’Italia. Secondo Carmine, in Albania tutto è più accessibile, dagli affitti, che si aggirano intorno ai 300 euro al mese, alle utenze che raramente superano i 100 euro complessivi. Acquistare una casa è un’opzione conveniente, con prezzi oscillanti tra i 1.100 e i 1.300 euro al metro quadro.
Tuttavia, l’aspetto economico non è l’unico a fare la differenza. “Il costo della vita è basso e non c’è microcriminalità che è sinonimo di sicurezza”, afferma Carmine, sottolineando come l’Albania sia un luogo dove ci si può sentire tranquilli anche di sera. I reati in Albania vengono puniti severamente, il che garantisce un ambiente sicuro per gli anziani che vogliono godersi la pensione senza preoccupazioni.
Altro fattore determinante per molti pensionati è il vantaggio fiscale. In Albania, infatti, la pensione italiana non viene tassata, il che significa che chi percepisce 1.500 euro lordi in Italia, che al netto diventano circa 1.150 euro, in Albania ne riceve l’intera somma senza trattenute. Questo beneficio ha contribuito a triplicare il numero di pensionati italiani nel Paese negli ultimi tre anni, con una forte presenza di pugliesi, data la vicinanza geografica e i collegamenti aerei che permettono di raggiungere l’Albania in circa mezz’ora di volo.
La comunità italiana si è organizzata in modo da mantenere vivo il legame con le proprie radici. I pensionati hanno i loro punti d’incontro abituali, come bar e ristoranti dove si ritrovano per socializzare e organizzare cene insieme. Inoltre, grazie alle convenzioni con medici italiani che operano in Albania, è possibile accedere a cure specialistiche senza lunghe liste d’attesa e a costi ridotti, con visite che si aggirano tra i 30 e i 40 euro, rispetto ai 150 euro medi richiesti in Italia.