FUORIONDA SHOCK: RONZULLI E RENZI AI FERRI CORTI IN SENATO
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FUORIONDA SHOCK: RONZULLI E RENZI AI FERRI CORTI IN SENATO

FUORIONDA SHOCK: RONZULLI E RENZI AI FERRI CORTI IN SENATO

“Furono shock: Ronzulli e Renzi ai ferri corti nel Senato, altro che sedute istituzionali e dibattiti costruttivi. Quello che è esploso oggi nel Senato italiano è qualcosa che va ben oltre la normale dialettica , un episodio al vetriolo che sta facendo tremare i palazzi del potere e che racconta molto più di quanto sembra.

La protagonista è Liccia Ronzulli, vicepresidente del Senato e volto di punta della Nuova Forza Italia post berlusconiana, il bersaglio è , leader di Italia Viva e ex presidente del Consiglio, ma la questione non è solo chi ha detto cosa il vero punto è come e perché si è arrivati a certi livelli. Quella che è volata in aula non è una semplice battuta fuori luogo, è un frammento inquietante di un clima che si è fatto tossico, ostile e avvelenato. Tutto ha avuto origine durante una seduta ufficiale, in cui Ronzulli, seduta in posizione di rilievo, convinta di non essere ascoltata o forse troppo sicura della propria impunità, sussurra una frase che ha fatto il giro del paese in pochi secondi: “Non me ne frega un cazzo”, diretta a Renzi, e boom! La bomba è esplosa.

La situazione si è anche degenerata in diretto streaming, con l'ubicazione del microfono aperto e, in un attimo, la battaglia è esplosa. Non stiamo parlando di uno sfogo privato captato per caso, stiamo parlando di parole dette nell'aula più importante della Repubblica, davanti alle telecamere, in piena seduta istituzionale. E da questo momento, la situazione è degenerata. La vicepresidente del Senato non ha indietreggiato un millimetro, anzi, l'ha lanciato il contrattacco, e lo ha fatto sulle reti sociali, come sempre.

Questa è la storia di un'emergenza mediatica che ha fattoentry shock, disseghi politici e una vera e propria crisi di identità per Forza Italia. La domanda è: cosa è successo? Come si è arrivati a questo punto? La risposta è che la italiana è diventata un campo di battaglia sociale, dove i confini tra pubblico e privato sono sempre più sfumati, dove gli attacchi personali sono all'ordine del giorno, dove il rispetto delle istituzioni è sempre più una chimera e dove gli insegnamenti da imparare dalla propaganda più minimalista dei mezzi di informazione erano massage -.avia.v/.

La verità è che, oggi, il Parlamento italiano è più simile a un campo di battaglia che a un'istituzione. Gli scontri non si risolvono più nei corridoi o in un confronto maturo, ma si risolvono a colpi di post su , storie in stile reality show e comunicati scritti come se fossero captions da .

Questo è il perché è arrivato il momento di chiedersi: chi ha davvero superato il limite? E stata più grave la frase della Ronzulli in diretta o gli attacchi presunti ma non smentiti di Renzi? Fuori microfono, le istituzioni devono tollerare tutto questo e soprattutto perché non si parla mai dei contenuti, perché nessuno si indigna quando il dibattito parlamentare si svuota di senso e si trasforma in un circo di offese reciproche.

La verità è che il cittadino resta sempre più confuso, da un lato gli si chiede di rispettare le istituzioni, dall'altro assiste a uno spettacolo indegno dove il rispetto non esiste nemmeno tra chi siede sui banchi del potere. È ancora possibile distinguere tra il ruolo pubblico e l'ego personale tra il politico e il personaggio da social? La risposta è no, tuttavia, se davvero questo è il livello della politica italiana oggi, allora la domanda è: quanto ancora siamo disposti a tollerare tutto questo? Se ormai le regole del gioco sono queste, se l'insulto conta più del contenuto, se i social decidono cosa è giusto e cosa no, allora forse il fuorionda più grande non è quello che abbiamo sentito, ma quello che ogni giorno ci viene imposto come normalità.”


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