GARLASCO, INTERVISTA ESCLUSIVA AL GENERALE GAROFANO: “LA VERITA’ NON HA SCADENZA, MA SERVE CAUTELA”
Il generale Luciano Garofano, consulente tecnico di parte per otto anni nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, ha rinunciato al suo incarico lo scorso 30 settembre. Questo evento segna un ulteriore colpo di scena nel caso Garlasco, che è tornato sotto i riflettori a distanza di 18 anni dall’efferato delitto.
In merito alla ricerca della verità, il ministro della giustizia Nordio ha affermato che “ad un certo punto bisognerebbe arrendersi, è difficilissimo dopo 20-30 anni ricostruire una verità giudiziaria”. Tuttavia, secondo l’opinione di alcuni esperti, la possibilità di trovare una seconda verità è un’espressione di modernità e di garanzia per la giustizia, grazie all’evoluzione delle tecniche analitiche.
In questo senso, è importante valutare con cautela l’apertura di nuove piste investigative, in quanto è necessario che queste siano concrete e basate su nuovi indizi. La giustizia deve essere sempre preceduta dalla concretezza di nuovi elementi, altrimenti rischia di diventare una “giungla” nella quale tutto viene messo in discussione, con un ridimensionamento del senso di giustizia che i cittadini credono e continuano a credere.
L’importanza delle prove scientifiche è stata sottolineata nel congresso, affiancate alle indagini tradizionali. Le prove scientifiche hanno un peso notevole, ma non devono essere considerate più importanti delle indagini tradizionali. La figura dell’investigatore tradizionale è cambiata e si è rafforzata grazie alla tecnologia, in particolare l’informatica forense.
In sintesi, la ricerca della verità deve essere basata su una sintesi tra indagini tradizionali, tecniche e scientifiche, e non deve essere influenzata da iniziative non concrete o non precedute da nuovi indizi. Gli indizi devono essere valutati singolarmente e poi convergere per formare un’ipotesi concreta che resista alla falsificazione.

