GARLASCO, la sentenza di appello bis è un obbrobrio logico

GARLASCO, la sentenza di appello bis è un obbrobrio logico

GARLASCO, la sentenza di appello bis è un obbrobrio logico

Il documentarista e scrittore Federico Liguori ha espresso un giudizio molto critico sulla sentenza d’appello bis del caso Garlasco, definendola “un brobriologico” che “fa rabbrividire”. Secondo Liguori, la sentenza avrebbe interpretato tutti gli elementi a sfavore di Alberto Stasi, nonostante l’assenza di tracce del suo DNA sulla scena del crimine.

Liguori ha messo in dubbio il valore del DNA come prova isolata e ha sottolineato l’assurdità dei tempi ricostruiti per il delitto, affermando che “in 23 minuti non è fattibile” e che forse nemmeno in 40 minuti sarebbe stato possibile commettere il crimine e pulire la scena.

In particolare, Liguori ha sottolineato che Alberto Stasi non lasciò alcuna traccia sulla scena del crimine, nonostante il contatto fisico che deve aver avuto con la vittima, e che ciò rende impossibile che abbia commesso l’omicidio. Ha anche affermato che la logica dovrebbe avere una parte importante nella ricostruzione dei fatti e che la sentenza di appello bis è stata eccessivamente severa nei confronti di Alberto Stasi.

Liguori ha anche menzionato le parole del procuratore di Cassazione Oscar Cedrangolo, che aveva parlato di “tempo astratto” per compiere l’omicidio, e ha sottolineato che la sentenza di appello bis non tiene conto di tutti gli elementi necessari per una ricostruzione precisa dei fatti. In sintesi, Liguori ritiene che la sentenza di appello bis sia ingiusta e che Alberto Stasi non possa aver commesso l’omicidio.


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