Gaza è in macerie, ma per Trump è solo un altro investimento immobiliare Ep17
Nel caso te lo fossi perso, 8 aprile. “Penso che Gaza sia un'incredibile e importante proprietà immobiliare. Per gli Stati Uniti essere lì, controllare la Striscia, sarebbe una buona cosa”. Con queste parole Donald Trump, ricevendo Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca, ha rilanciato il suo piano per Gaza. Questo piano prevede, tra l'altro, la deportazione in massa di tutti i palestinesi.
Gaza, un luogo che è stato in gran parte letteralmente raso a terra dai bombardamenti israeliani, è difficile da pensare come “bell'investimento immobiliare”, ma è proprio questo che ha detto Trump. Steve ha detto che gli Stati Uniti dovrebbero essere coinvolti sui piani per Gaza e che controllare e possedere la Striscia sarebbe una buona cosa. Tutte queste dichiarazioni le ha rilasciate dall'ufficio del presidente, durante il ricevimento di Benjamin Netanyahu.
Il piano di Trump sembra molto semplice: deve essere portata via le persone palestinesi e spostate in altri paesi vicini come l'Egitto o la Giordania. In questo caso, Gaza diventerebbe “magicamente” un paradiso, non più un luogo di morte. Questo discorso di Trump è surreale, ma è pericoloso, poiché è un piano di pulizia etnica, un crimine contro l'umanità.
Mentre Trump e Netanyahu discutevano di questo piano, Israele continuava a bombardare Gaza. Nei soli ultimi 24 ore, i morti sarebbero stati una sessantina, e dallo scorso 18 marzo, le vittime a Gaza sono oltre 1400. Il commissario generale dell'UNRWA (Agenzia dell'ONU per i rifugiati palestinesi) ha accusato Israele di negare la sopravvivenza a un'intera popolazione, impedendo l'arrivo degli aiuti umanitari.
Israele, tuttavia, continua a mantenere che non si fermerà fino a quando non avrà distrutto e preso il controllo di tutti i territori dove si trovano adesso le milizie e Trump, con le sue dichiarazioni, sembra aver appena dato il via libera a Netanyahu per l'occupazione israeliana della Striscia, con la deportazione dei palestinesi in Giordania ed Egitto.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, si è opposto a questo piano e ha chiesto a Israele di bloccare l'embargo e di riaprire il valico di frontiera. Macron ha anche incontrato il presidente egiziano e il re di Giordania, chiedendo il rispetto del diritto internazionale e degli obblighi della comunità internazionale.
Tuttavia, Trump e Netanyahu sembrano parlare un linguaggio diverso. Infatti, oltre a parlare di Gaza, Trump ha anche parlato dell'Iran, l'antagonista diretto di Israele e degli Stati Uniti. Trump ha detto che gli USA sono intenzionati a riprendere i colloqui con l'Iran sul suo programma nucleare. Il ministro iraniano ha precisato che non ci sarà un faccia a faccia diretto tra le due parti, ma colloqui indiretti con intermediari.
L'Iran è disposto a fare delle concessioni in cambio dell'allentamento delle sanzioni americane. Tuttavia, per ora, gli iraniani non vogliono trovarsi direttamente al tavolo con gli statunitensi. Vedremo cosa succederà sabato, giorno dei colloqui in Oman.
