Gazzelle, il cantautore romano, ha recentemente pubblicato il suo nuovo album “Indi”, anticipato dal singolo “Noi no”. In un'intervista a Deejay Chiama Italia, Gazzelle ha parlato del suo nome d'arte, della copertina del disco e della sua ispirazione.
Il nome Gazzelle, spiega il cantautore, è nato da una fase di confusione e incertezza. “Volevo un nome più fresco e volevo dividere la persona dall'artista”, ha detto. “Ero a letto, c'era una camerata tutta disordinata e per terra avevo tante scarpe che si chiamavano Gazelle. Poi ci ho messo una zeta in più perché avevo paura che mi avrebbero denunciato”. La zeta in più, infatti, è stata aggiunta per evitare di essere confuso con le gazzelle, animali o volanti della polizia.
La copertina del disco, una formica raffigurata in bianco e nero, è un'idea che è nata da una giornata di casualità. “Un giorno mi sono svegliato e avevo voglia di mettere una formica in copertina”, ha detto Gazzelle. “Inizialmente più di una, doveva essere pieno di formiche. Mi piaceva anche solo esteticamente. Poi ho iniziato a ragionarci su perché non poteva essere una cosa solo estetica, doveva avere anche un senso”. La formica, spiega il cantautore, è un insetto affascinante perché è veramente minuscola e ti dà l'idea di essere così vulnerabile e fragile, ma poi si scopre essere uno degli animali più forti rispetto al suo corpo.
Gazzelle ha anche parlato della sua scrittura, che è sempre stata caratterizzata da una certa malinconia e nostalgia. “Io da quando sono piccolo scrivo canzoni con questa attitudine, non so neanche bene perché”, ha detto. “Non ho mai veramente analizzato il mio modo di scrivere e credo non bisogna farlo. Tendo a scrivere canzoni che hanno sempre dentro della malinconia, della nostalgia, perché sono sempre un po' rivolte al passato e il passato per antonomasia è nostalgico perché non c'è più”.
Il cantautore ha anche citato i suoi ispiratori, tra cui Rino Gaetano, Vasco Rossi, Battisti, Battiato, De Andrè e Dalla. “Da Rino Gaetano penso di aver sempre cercato di prendere la libertà, la spudoratezza nello scrivere e l'ironia”, ha detto. “Da Vasco ho cercato negli anni di captare la sensibilità, la fragilità, quello che mi piace di più di Vasco è che si è sempre messo a nudo”.
Il singolo “Noi no” contiene riferimenti al passato, come l'anno 2017, che è stato un anno importante per Gazzelle. “Il 2017 è stato l'anno della svolta della mia vita, un anno prima lavoravo in una pizzeria e nel 2017 facevo il cantante”, ha detto. “Ero banchista, davanti a un liceo di Roma, a ricreazione arrivavano i ragazzi che mi chiedevano ‘Mi fai 2 euro di margherita?'”. Ciò ha segnato un profondo cambiamento nella sua vita.
Il brano “Da capo a 12” è uno dei più apprezzati dai fan del nuovo disco e trasmette un forte senso di ciclicità e fatica emotiva. Il testo descrive un'esistenza segnata da momenti difficili che sembrano ripetersi senza fine. “Ma lo sai che ogni notte mi addormento e penso a quanta vita”, canta Gazzelle. “Quanta vita ci è rimasta sullo stomaco”. Il significato del brano sembra essere proprio la difficoltà di uscire da un loop emotivo, l'incapacità di spezzare un ciclo di dolore, ansia e fatica.
Gazzelle canterà per la prima volta negli stadi il 7 giugno al Circo Massimo di Roma e il 22 giugno allo stadio San Siro di Milano. I biglietti per i concerti sono già disponibili.