“Genocidio? Non ci si può limitare a Netanyahu. Indagare su chi vende armi”. Lezione di De Magistris

“Genocidio? Non ci si può limitare a Netanyahu. Indagare su chi vende armi”. Lezione di De Magistris

“Genocidio? Non ci si può limitare a Netanyahu. Indagare su chi vende armi”. Lezione di De Magistris

L’intervistatore discute di un tema relativo al genocidio e alle complicità nel delitto di genocidio, che potrebbe essere di interesse per la comunità del Fatto Quotidiano. Egli menziona l’articolo 40, comma 2, del codice penale italiano, che afferma l’obbligo giuridico di impedire l’evento, ovvero che il delitto non può essere commesso solo da chi esegue un’azione materiale diretta, ma anche da chi sostiene o rafforza tale azione.

L’intervistatore sostiene che, oltre al capo di governo e all’ex ministro della difesa israeliano, dovrebbero essere indagate anche le condotte di capi di governo e di stato, ministri e società che sostengono economicamente, militarmente o tecnologicamente chi commette il genocidio. Egli ritiene che ci sia un’autore materiale, complici, sostenitori e finanziatori in ogni delitto e che tali ruoli dovrebbero essere indagati.

Inoltre, egli esprime apprezzamento per la decisione della magistratura olandese di interdire a società di fornire armi ad Israele e si augura che la magistratura italiana faccia altrettanto, considerando che l’Italia è coinvolta nella vendita di armi in scenari di guerra dove si consumano crimini di guerra e contro l’umanità. Spera che la magistratura stia già indagando su tali casi, che sono perseguibili d’ufficio, ovvero senza necessità di denunce private.

Infine, egli si complimenta con gli studenti italiani che hanno cercato di dissuadere le università dal continuare collaborazioni con Israele, in particolare quelle che prevedono il sostegno a tecnologie utilizzate sia nel civile che nel militare.


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