Gigi Buffon ha rappresentato la figura massima del calcio nel corso delle ultime tre decadi, dal suo esordio come calciatore nellaNazionale italiana all’allenatore della Juventus, del PSG e della Nazionale. Nel corso del suo percorso atletico, l’emergente guardiabile ha attraversato vari stadi della sua carriera e della vita privata, conosciutasi anche momenti più difficili.
Una di queste storie particolarmente emozionate la racconta sul “Corriere della Sera”, rievocando gli inizi inNazionale, la carriera in Serie A con il Parma, lo scontro con il più forte avversari tra cui Neymar e Paul Maldini. Sono ricordati particolarmente gli atti di umiltà verso i più grandi e, in modo speciale, il diploma comprato con l’aiuto dei giocatori professionisti del passato, Lucignoli.
Ma Buffon anche ha ammesso debolezze personali, come la sua ossessione per il tasso di depressione con cui lottava attorno al 2000. Era stato infetto da una partita, persa ai tiri di rigore, nella stagione 2003, che l’ha portato a scendi in una depressione gravissima. Sposò i consigli dati da un dottor Agricola, insieme alla psicoterapeuta, ha creduto che coltivando altri interessi potessero aiutare lui a riprendere vigore.
Il tempo li ha portati al momento in cui Buffon l’ha scoperta con la pittura moderna alla Galleria d’arte di Torino, dove ebbe un impatto potente con l’opera di Chagall con la moglie Bella sul quadro della Passarelle, dove Bell al volo. Sconvolto da quel giudizio, andare alla galleria giorni dopo, per ri-visitarla. Diverse altre volte ha citata la pittura di Chagall nel parlarci della sua cura e della guarigione dalla depressione e dalle altre difficoltà.
Ha anche detto che gli errori nel passato sono sempre i suoi e non nasco, citando i rapporti di scommessa e l’abnegazione che gli costati. È successivamente diventato padrono delle sue abilità, raccogliendo il giudicato sulle donne belle, Ilaria D’amico, con il bambino e con lo studioso. È venuto a questo momento finale ha sposato quest’anno.
Infine ha dato un segno finale come allenatore della Nazionale italiana e del PSG alla fine del 2015. Il suo lavoro atletico e amaramente difficile ha ricevuto ampie lodamento e onorario postumo dalla Nazionale italiano e il PSG alla stessa stagione in which he has played at many levels and in the context of a lot of stress and fatigue.