Gianluigi Buffon, una leggenda del calcio italiano, è stato ospite di Deejay Chiama Italia, il programma di Radio Deejay in onda ogni mattina feriale dalle 10 alle 12, per parlare del suo nuovo libro “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”, edito da Mondadori. Il libro racconta la sua carriera, dai momenti di gioia incontenibile alle difficoltà, anche psicologiche, che ha dovuto affrontare.
Buffon ha terminato la sua carriera da professionista ormai un anno e mezzo fa, dopo aver giocato le ultime due stagioni con il Parma, la squadra in cui ha debuttato. Ha vinto dieci volte la Serie A e una Coppa del mondo, quella storica di Germania 2006, dove è stato il grandissimo protagonista.
Durante l'intervista, Buffon ha parlato anche di un periodo difficile della sua vita, in cui ha convissuto con la depressione durante la sua carriera da professionista. La depressione è arrivata nel 2003, quando giocava nella Juventus e stava giocando la sua seconda Coppa Italia. “La depressione è arrivata nel 2003. È stato un momento particolare, nel quale avevo un po' di insoddisfazione personale, probabilmente dovuta a degli obiettivi di lavoro.”
Buffon ha raccontato che all'epoca Antonio Chimenti, il suo grande amico e secondo portiere della Juventus, gli aveva chiesto se preferisse non giocare alcune partite per staccare un po' e sentirsi meglio. Tuttavia, Buffon ha rifiutato: “Sarebbe stata la classica ‘scorciatoia' che avrebbe creato un precedente che secondo me in futuro sicuramente avrei utilizzato. Sono stato spesso la cavia di me stesso. Su di me ho fatto delle prove, a volte anche esagerando e rischiando molto, tipo voler verificare sempre il limite di rottura, tra sogno e realtà. Io sono sempre stato lì.”
La convivenza con la depressione ha portato Buffon a riflettere sulle vite dei calciatori e, in generale, degli sportivi. “Secondo me la bellezza di tutte le carriere e di tutte le esistenze è pensare a quante volte hai fatto bene e invece dentro avevi un terremoto. Questa è la particolarità, la bellezza e anche l'emozione di una carriera.”
Oggi, Buffon è sposato con Ilaria D'Amico, una giornalista sportiva conosciuta durante la sua carriera da calciatore. Durante l'intervista, ha raccontato un aneddoto su come è uscito dalla depressione, che si lega anche a una romantica dichiarazione per la moglie: “Ho fatto il primo passo per uscire dalla depressione di fronte a un quadro di Chagall, ‘La passeggiata'. È un quadro elementare, molto semplice, con un uomo che tiene per mano la sua innamorata, lui resta con i piedi ancorati e lei vola. Quel quadro ha significato molte cose: che nella semplicità ci sta il senso, che alla fine è bello poter trovare una donna con la quale pensare anche di volare, però mentre si vola è bello che uno resti ancora coi piedi ancorati per terra. Lei è più coi piedi per terra, io avevo bisogno di una coi piedi per terra.”
In chiusura d'intervista, Buffon ha rivelandi anche un aneddoto sugli ultimi anni della sua carriera: “Mi avevano chiesto di finire la carriera al Barcellona, quando sono andato al Parma c'era questa possibilità. Il Barcellona aveva bisogno di un altro portiere, non poteva fare mercato e io chiaramente ero a parametro zero. Alla fine, però, ha vinto il cuore: ci ho pensato, però alla fine volevo essere protagonista e fare una cosa nella quale mi riconoscevo. Tornare a Parma per me era importante e mi dava anche più entusiasmo. L'idea di andare al Barcellona e giocare con Messi mi stuzzicava, ma quell'anno lì Messi se n'è andato da Barcellona.”