La premier Giorgia Meloni, tornata a Beirut, ha convocato un Consiglio dei ministri per lunedì per superare l'ostacolo rappresentato dalla sentenza del tribunale di Roma, che ha annullato il trasferimento di un gruppo di migranti in Albania. Secondo Meloni, la decisione giudiziaria è pregiudiziale e viola la competenza del governo in materia di definizione di Paesi sicuri.
La premier ha accusato alcuni giudici di Roma di avere criticato l'accordo con l'Albania addirittura prima di entrare nel merito del caso, e ha espresso preoccupazione per il fatto che la decisione dei giudici sia stata anticipata da alcuni esponenti del Partito democratico.
«Non credo sia competenza della magistratura definire quali sono Paesi sicuri e quali no», ha detto Meloni. «Il governo dovrà chiarire meglio cosa si intende per Paese sicuro e stabilire come si dovrà procedere per superare questo ostacolo». Inoltre, ha affermato che la questione non è legata specificamente all'Albania, ma piuttosto al fatto che non esistono Paesi sicuri per il rimpatrio di migranti.
Il primo ministro Israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato invitato a trovare una soluzione al problema, come già precedentemente uso l'anno scorso. Il suo ritorno in Italia è previsto per dopo la visita a Beirut.
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha reactivo duramente alla decisione dei giudici, definendola “vergogna” e chiedendo a Giorgia Meloni di “fermare” il progetto e tornare indietro. Schlein ha anche accusato il governo di aver speso 800 milioni di euro per il progetto, denunciandolo come un “danno erariale”.
La chiamata a Meloni è arrivata mentre i primi migranti arrivi il centro di accoglienza di Shengjin in Albania. I migranti sono stati trasferiti in Albania da una nave della marina militare, dopodiché sono stati trasferiti in un centro di accoglienza temporaneo. La situazione è tuttora in disperato sfidò.