Giovanni Marchionni, i dubbi sul suo ruolo a bordo. Parla il legale dellla famiglia Marchionni
L'avvocato Maurizio Capozzo, legale della famiglia Marchionni, ha sollevato dubbi sull'omicidio di Giovanni Marchionni, un giovane trovato morto l'8 agosto su uno yacht ormeggiato a Portisco (Olbia). Capozzo ha affermato che è difficile credere che un “amico di famiglia” decidesse di restare a bordo per lucidare e pulire l'imbarcazione mentre tutti gli altri erano in Costa Smeralda.
Le perizie disposte dalla Procura di Tempio Pausania hanno rilevato esalazioni di monossido di carbonio provenienti da una batteria posizionata vicino alla cabina di prua, con livelli superiori alla soglia di sicurezza, rafforzando l'ipotesi di un incidente sul lavoro. Capozzo ha aggiunto che è fondamentale chiarire se fossero rispettate le normative di sicurezza in un contesto ad alto rischio.
L'avvocato ha anche affermato che la natura del rapporto tra Giovanni e i proprietari dell'imbarcazione è ormai documentata come un rapporto lavorativo e che è importante verificare se le condizioni di lavoro erano regolari e compatibili con le ragioni di sicurezza. Ha anche menzionato che l'INAIL ha avviato una serie di accertamenti e sta collaborando attivamente con gli inquirenti per ricostruire le ragioni per cui Giovanni si trovava su quella imbarcazione.
Inoltre, Capozzo ha riferito che alcune persone hanno avvertito un odore anomalo proveniente dall'imbarcazione la sera del fatto e che gli esami successivamente effettuati hanno rivelato bruciature vicino a una delle batterie, che potrebbero essere state causate da fuoriuscita di acidi o altro. Ha concluso che è fondamentale aspettare tutti gli accertamenti e gli esiti, compreso l'esame tossicologico, e che l'indagine dovrebbe ampliare il suo spettro di valutazioni per verificare se tutte le normative che governano questo tipo di attività venivano rispettate.
