Gioventù Meloniana – il podcast: Ep.2 – Mano sul cuore
“La storia della mia conversione: da simpatizzante a militante di Gioventù Nazionale
In questo podcast, condivido la mia storia di come sono diventata militante di Gioventù Nazionale. Sono nata e cresciuta a Roma, dove ho frequentato un liceo che è stato teatro di movimenti politici e di lotta contro il comunismo.
Inizialmente, ho partecipato a eventi del circolo Pinciano, guidato da Flaminia Pace, un nome che è sempre stato legato alla militanza. Sono diventata un'osservatrice, documentando gli eventi interventi e le riunioni interne del partito. Ho notato il divario tra l'immagine pubblica del movimento e le sue idee più estreme, celate per evitare scandali.
Tuttavia, con il tempo, mi sono infiltrata ancora di più nel movimento e sono diventata una militante attiva. Ho ricevuto l'invito di Flaminia Pace, una consigliera del Movimento, a unirsi al circolo Pinciano. Lei mi diceva: “Sei il tipo di ragazza che vorrei al mio fianco, ecco perché ti chiedo di unirti a noi”.
Sono diventata parte del circolo e ho iniziato a frequentare gli eventi del movimento, documentando tutto. Ho visto creare manifesti, come me, gli altri miei compagni di partito. In un'atmosfera di sharply attesa, abbiamo deciso di affiggere un manifesto sulla facciata del Liceo Giulio Cesare, un importante simbolo della militanza nera a Roma.
La nostra azione è stata guidata da Flaminia Pace, che ci ha insegnato a seguire un'organizzazione precisa, con ruoli ben definiti per ogni membro. Ognuno di noi aveva un compito, da affiggere i manifesti a indossare cappelli e guanti per proteggere i volti.
Il ricordo dei Martiri delle Foibe è un rituale importante per noi, un modo per commemorare la lotta contro il comunismo. All'inizio, non capivo molto di storia, ma Flaminia me lo spiegava: “Il ricordo non si nega, è un modo per affermare che a scuola si vogliono cancellare certe pagine di storia”.
La commemorazione di Paolo dinella, ucciso a 19 anni, era particolarmente importante per noi. Era un simbolo più che un martire, un esempio di sacrificio e di fedeltà al movimento. Il giorno dopo la sua morte, ci riunimmo a Piazza Gondar per ricordare Paolo, con una celebrazione solenne che includeva la contemplazione del murale dedicato al suo ricordo.
Ma la vera educazione dei giovani di Fratelli d'Italia è il campo comunitario, dove tutti i militanti si riuniscono per diventare un corpo unico. Lì, ho trovato un mio ruolo come reporter, documentando gli eventi e la militanza in atto. Spero di poter continuare a raccontare la mia esperienza e quella di altri militanti di Gioventù Nazionale.”
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