Giuseppe Rossi: “Dopo la tripletta alla Juve, a Firenze ho mangiato gratis una settimana”
in ,

Giuseppe Rossi: “Dopo la tripletta alla Juve, a Firenze ho mangiato gratis una settimana”

Giuseppe Rossi: “Dopo la tripletta alla Juve, a Firenze ho mangiato gratis una settimana”

” Il 22 marzo, a Firenze, si terrà il ‘Pepito Day', un'importante festa per l'addio al calcio di Giuseppe Rossi. Durante un'intervista a Fanpage.it, Pepito Rossi ha parlato della sua carriera, dei grandi allenatori e campioni che ha incontrato lungo il suo percorso, e di quel che fa oggi.

Per lui, il calcio non è stato solo un lavoro, ma è stata una vera e propria parte della sua vita. “Il calcio per me è stata vita, anzi è tutt'ora solo che non la posso più giocare”, afferma. “Mangio gratis per un mese, tanto che non potevo essere un calciatore quel che sono oggi. Ero un piccolo giocatore, 4-5 anni, 12 anni, 17 anni, e poi esordivo. Ero molto attento a ciò che succedeva fuori dal campo, non solo al calcio giocato, ma a ciò che accadeva fuori dal campo”.

Rossi ricorda come, crescendo, si sentisse un estraneo nel mondo del calcio moderno, dominato da soldi, business e . “Non sentivo più il mio calcio, un mondo che non pensava troppo al calcio giocato, ma alle cose che succedevano fuori dal campo”, afferma. “Mi innamorai dello sport per ciò che si faceva in campo, per ciò che vedevo in campo, per ciò che facevo in campo. E non i soldi, non il business, non il personaggio fuori dal campo”.

Rossi ritiene che il calcio moderno sia cambiato molto, diventato più professionale, con giocatori che si dedicano completamente alla loro arte. “Il talento è un'arte, bisogna curarla, bisogna aspettarla, bisogna avere la pazienza di accettare gli errori. In Italia non c'è quella mentalità di aspettare, pensano che subito dopo un errore uno è scarso, e quindi è un limite. Credo che bisogna avere un po' più di pazienza”.

Dopo aver smesso di giocare, Rossi ha deciso di lavorare con i giovani, allestendo un'accademy per allenare i giovani calciatori, sia in modo individuale che in gruppo. “Mi diverto con loro, mi diverto tra i giovani, ma…il sogno è quello di essere il miglior giocatore possibile, il sogno è di ripagare i sacrifici fatti dalla mia famiglia, che sono stati tanti”.

Il 22 marzo, nel Franchi a Firenze, alle 18, ci sarà una festa con ex calciatori e allenatori con cui ha giocato, una serata bellissima per lui, per la sua famiglia e per i tifosi della Viola”.


YouTube video

Cosa ne pensi?
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0