Giustizia, Di Matteo: “Riforma pericolosa. C'è un clima da resa dei conti e ci stanno riuscendo”
“Giustizia, Di Matteo: ‘Riforma pericolosa. C'è un clima da resa dei conti e ci stanno riuscendo'. Io credo che questo governo stia riuscendo a fare quel che non sono stati in grado di fare i governi precedenti, nemmeno i primi governi Berlusconi, forse perché oggi la magistratura è più debole rispetto al passato. È debole perché l'immagine della magistratura è stata sporcata dalle voci che noi magistrati abbiamo coltivato al nostro interno, il vizio del carrierismo, della burocratizzazione del ruolo, della gerarchizzazione negli uffici della procura.
Noi dobbiamo ritornare ad essere magistrati che esercitano il loro ruolo secondo il concetto che la Costituzione disegna del potere diffuso, in cui un sostituto procuratore o l'ultimo dei magistrati conta quanto il primo dei dirigenti o il procuratore capo o il procuratore nazionale antimafia. L'assetto della magistratura non è un assetto verticistico, ma attraverso la gerarchizzazione della magistratura si può arrivare al controllo. Chiunque voglia controllare la magistratura, come potere politico, avrebbe difficoltà a controllare 10.000 magistrati, 2.000 pubblici ministeri. Ma se tu rendi la magistratura gerarchizzata, quando controlli quei 6-8-10 procuratori della Repubblica che esercitano il loro ruolo nei distretti più caldi e più importanti, hai controllato la magistratura.
Noi dobbiamo avere il coraggio di essere credibili di poter dire che noi abbiamo fatto tanti errori e abbiamo consentito che si creassero le condizioni per cui il potere politico in questo momento ha il coltello dalla parte del manico. C'è un clima da resa dei conti. Io ci guardate, dissi pure una volta, quando ancora mi invitavano. Poi cambiato tutto in una trasmissione di la7 e era appena stato eletto il presidente Mattarella e nel discorso di presentazione della camera, non so se si chiama così. Nell'momento in cui parlò della necessità della riforma della giustizia, praticamente io vidi alla televisione che tutti i parlamentari scattarono in piedi in un applauso lunghissimo, infinito, ci fu una vera e propria standing ovation. Io lì ebbi la sensazione che stava partendo quella che era, a prescindere dalla volontà, non certo con la volontà del presidente che in quel momento pronunciavano quelle parole, ma che sarebbe partita la resa dei conti.
Purtroppo ci stanno riuscendo. Per esempio, non in questi giorni, leggo che la nuova giunta dell'Associazione Nazionale magistrati, il nuovo presidente dell'associazione nazionale magistrati chiede un incontro al governo, al presidente del consiglio, per parlare anche di autorevoli giornalisti parlano della necessità di una mediazione di incontrarsi. Non c'è niente da mediare, non c'è nessuno da incontrare, c'è semplicemente il governo, la politica stanno facendo la loro parte secondo me in maniera pericolosa. La magistratura deve sapere spiegare ai cittadini Perché queste riforme sono pericolose. Non c'è nulla da mediare, non si tratta di con il potere politico per ottenere una piccola modifica rispetto ad una riforma che in sé per sé è pericolosa. Io, credo che anche per la magistratura sia arrivato il momento di schierarsi non politicamente, ma di schierarsi nel senso di essere assolutamente decisi a cercare di fare capire ai cittadini per i quali Noi lavoriamo Quale sono i pericoli della riforma. Noi dobbiamo smetterla di dirlo a me stesso, non ho nessuna pretesa di considerare il nostro ruolo un ruolo di potere, perché se lo consideriamo tale è un potere molto brutto, molto pesante, perché noi eh chiediamo gli ergastoli, i sequestri, i beni. E io ho chiesto, ho ottenuto forse 80.85 ergastoli, non è una cosa bella di per sé, se tu la consideri il potere. Ma se la consideri il servizio alla collettività, allora recuperi il senso del tuo impegno e in questo momento, Io credo che il servizio alla collettività sia anche la capacità e la volontà di fare comprendere ai cittadini le ragioni del pericolo che è per i cittadini non per noi magistrati”.
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