La Scuola della Democrazia: studenti palermitani chiedono di abolire l'uso dei grembiuli
La scuola è un luogo dove i bambini non solo imparano a leggere e a scrivere, ma anche a esprimere le loro idee e a prendere decisioni. Questo è ciò che è successo in un istituto palermitano, dove i piccoli studenti di due quarti elementari hanno chiesto ai responsabili di abolire l'uso dei grembiuli durante le ore scolastiche.
I bambini, con un'ispirazione precoce, hanno scritto una letterina ai loro insegnanti, esprimendo le loro ragioni per cui non vorrebbero più indossare quei piccoli abiti durante le lezioni. “Pensiamo che quando fa caldo non li vorremmo mettere”, hanno scritto. “Sono stretti e non ci possiamo muovere. Non dobbiamo per forza essere tutti uguali perché ognuno è diverso”. In sintesi, i bambini ritengono che i grembiuli siano un'inconveniente e che debbano essere utilizzati solo in alcune occasioni specifiche, come ad esempio durante le lezioni d'arte o le attività all'aperto.
La proposta dei bambini è stata apprezzata da un insegnante, Giovanni Lo Monaco, che ha suggerito di indire un referendum per permettere ai bambini di scegliere se indossare il grembiule o meno. La Preside dell'istituto, Lucia Sorce, ha accolto l'idea e ha deciso di organizzare un vero e proprio referendum, con urne, schede e scrutatori, per arrivare a una decisione finale.
Il referendum sarà tenuto all'istituto comprensivo Rita Borsellino della Kalsa, dove ci saranno sia bambini che adulti che voteranno per decidere se i grembiuli saranno aboliti o meno. Per facilitare il compito a chi, tra i piccoli, non sa ancora leggere, le schede saranno accompagnate da disegni di bambini con e senza grembiule.
La Preside, Lucia Sorce, considera questo referendum un momento di formazione importante per i bambini. “È un compito di realtà davvero importante che educa i bambini alla democrazia partecipata”, ha affermato. “La scuola, insieme con le altre realtà del quartiere, in questi anni ha costruito una comunità educante e su questa strada continuiamo a muoverci per ogni decisione. I processi partecipativi sono complessi, ma di certo si impara tantissimo provando a trovare mediazioni nella pluralità di espressione”.
Il referendum è previsto per breve tempo e si svolgerà in modo sereno, con i bambini che potranno esprimere le loro opinioni e prendere parte attiva nella decisione. Questo è un esempio concreto di come la scuola possa essere un luogo di formazione non solo per la conoscenza delle materie, ma anche per la formazione dei cittadini.
La scelta dei bambini non è solo una questione di comfort o di estetica, ma è anche un segnale della loro consapevolezza di essere tutti diversi e di non dover essere forzati a seguire lo stesso modello. I bambini stanno chiedendo di essere rispettati nella loro diversità e di avere la possibilità di scegliere per se stessi.
Il referendum dei bambini palermitani è un esempio concreto di come la democrazia possa essere applicata in ogni aspetto della vita, anche in quello quotidiano della scuola. È un segnale di speranza per il futuro, in cui i bambini saranno educati a prendere decisioni e a partecipare attivamente alla vita pubblica.