Grimaldi: “Su Paragon Mantovano accusa l'opposizione, ma qui c'è in gioco la democrazia”
“Sono dell'opinione che ci sia stato un uso improprio di uno spyware di Stato contro attivisti e giornalisti italiani, tra cui i già 90 vittime, con grave violazione delle leggi italiane ed europee. In particolare, il divieto di uso di spyware contro giornalisti e attivisti, imposto dal “Media Freedom Act” poco in vigore, è stato comunque violato.
La vicenda è sostanzialmente legata al Sottosegretario della Presidenza del Consiglio, che ha comunicato in una lettera al Presidente Fontana che tutto il materiale sarebbe stato classificato e quindi trasparentato solo al Copasir. Questo significa che non c'è stato alcun bilanciamento con gli altri diritti, nonché l'osservanza delle garanzie previste dalla legge.
Inoltre, è emerso che l'israeliana azienda che ha creato lo spyware non aveva autorizzato l'uso di questo software contro i giornalisti, tranne in caso di motivi di sicurezza nazionale. Questo significa che il diritto all'informazione e il diritto alla conoscenza sono stati lesi.
In questa situazione, è importante chiedersi chi e perché ha spiato un giornalista e cosa DOVE si trova la verità su questo fatto. Siamo tutti potenziali vittime della surveillance e non solo. Inoltre, i nostri messaggi potrebbero essere nelle mani di chi ha spiato e questo significa che dobbiamo proteggere le nostre prerogative e il senso delle istituzioni dello stato.
Ritengo che qui ci sia in gioco la democrazia e non solo le mie prerogative e definite gli interessi, ma il diritto all'informazione e la conoscenza che è alla base di ogni ordinamento democratico.”
