“Il dialogo della discordia” è il titolo che potremmo assegnare alla conversazione avvenuta nella sala d'attesa del nucleo investigativo dei carabinieri di Parma il 19 agosto scorso, quando la famiglia Petrolini, appena arrivata dalla vacanza negli Stati Uniti, fu informato dell'indagine relativa all'omicidio e occultamento di cadavere dei propri figli. La sorella Chiara, accusata di avere partorito e ucciso due bambini in segreto, nega strenuamente la responsabilità, mentre la madre e il padre della ragazza sono scioccati e disperati di fronte alla possibilità che la loro figlia abbia commesso simili atti bestiali.
La conversazione, registrata dalle cineprese nascoste, è una vera e propria catastrofe emotiva. La mamma di Chiara, sopraffatta dal disastro, accusa la figlia di avere rovinato la loro vita e di essere un'unica disgrazia che ha portato dispiaceri a tutti i familiari. Chiara, a sua volta, si giustifica dicendo di avere “avuto paura”, di non sapere cosa fare e di avere quindi agito in maniera confusa.
Il dialogo è attraversato da sfumature di ironia e sarcasmo, quando la mamma dice: “Eri così tranquilla a New York. Non lo ero”. E Chiara risponde: “Non sto nascondendo niente”. La tensione è altissima e il quadro emotivo è decisamente drammatico.
La mamma, scossa dalla rivelazione, chiede insistentemente: “Quindi quel sangue che è in casa è suo? Dov'è successa sta roba”. Chiara risponde a monosillaba: “Giù mamma”. Il padre, scosso, chiede: “Quando ha detto che aveva il ciclo…abbondante”. Chiara annuisce e, poi, il padre, inorridito, dice: “No, non lo sai”. Mentre la mamma urla: “Chiara ma perché? Ti abbiamo sempre aiutato, ma perché non ce l'hai dette queste cose qui?”
Il dialogo si conclude con la moglie che, in trance, ripete: “No vabbé. Ma come facciamo adesso a guardare in giro e andare. Guardarci, non lo so”. Chiara, con voce bassa, continua a negare la realtà e a ricordare di avere partorito il bambino.
La conversazione della famiglia Petrolini è un caso di comunicazione disperata, di sfida all'impossibile, di desolazione e di accusa. La famiglia è distrutta e divisa, mentre la accusa di omicidio e occultamento di cadavere pesa come un macigno sulla loro testa.
I genitori di Chiara, infine, non sono accusati ma indagati, benché la procura li abbia già creduti innocenti e chiesta l'archiviazione per la loro posizione. La famiglia ha sofferto un veritiero dramma.