“Hanno ucciso l'Uomo Ragno”, la serie tv sugli 883 spiega il vero significato della canzone
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“Hanno ucciso l'Uomo Ragno”, la serie tv sugli 883 spiega il vero significato della canzone

La “Hanno ucciso l'Uomo Ragno”, prodotta da Matteo Rovere e diretta da Sydney Sibilia, è un vero successo, raccontando la storia degli 883 e dei loro artisti, e Mauro Repetto, fino all'estivo del 1992, culminante nel concerto all'Aquafan di Riccione. La non solo racconta la nascita della canzone omonima, ma anche il suo significato.

La canzone, creata con l'aiuto del produttore e disc jockey Pier Paolo Peroni, è stata spesso interpretata come una metafora complessa, in cui l'Uomo Ragno rappresentasse la parte eroica e positiva dell'uomo, nonché i valori fondamentali della società, come la giustizia, l'altruismo, i sogni e la fantasia.

Tuttavia, il significato del testo è stato interpretato anche come un tentativo di distacco dalla vita adulta e dell'arresto della gioventù, in cui si perde inevitabilmente parte delle fantasie e dei sogni che caratterizzano tale età. Alcuni critici hanno addirittura ipotizzato che la canzone celasse un messaggio sociale, legato alle stragi mafiose dello stesso anno e addirittura identificasse l'Uomo Ragno con il magistrato Giovanni Falcone, vittima di un attentato il 23 maggio 1992, ma ha smentito questo collegamento in un'intervista a “MusicalNews”.

In realtà, il vero significato di “Hanno ucciso l'Uomo Ragno” è “una canzone sulla fine dei sogni”. La serie tv mostra come Max Pezzali e Mauro Repetto tornino a Pavia, dove devono prendersi alcune pause lontane da per non avere abbastanza brani pronti per un album. I due artisti appaiono scoraggiati e chiedono aiuto al produttore e disc jockey Pier Paolo Peroni per trovare nuove idee. Sul luogo, la strada giusta arriva come un lampo di genio. E arriva mentre discutono con un vecchio amico, anche lui musicista, che però ha abbandonato il sogno della per un lavoro “normale” e una famiglia. Nel giro di un pomeriggio, scrivono e incidono “Hanno ucciso l'Uomo Ragno” e corrono a per farla ascoltare a Claudio Cecchetto nel parcheggio di Radio DEEJAY. Ecco come Max Pezzali della serie tv spiega il significato di quella che sarebbe stata la prima enorme hit degli 883:

“È una canzone sui sogni, sulla fine dei sogni. È una canzone per chi non ci è riuscito a continuare a sognare e si è arreso, ma non fino in fondo. Questa canzone è per loro. Ma è anche per chi non ci pensa proprio. Chi continua a lottare, chi non se pente di chi gli dice come dovrebbero vivere, cosa dovrebbero sognare e chi dovrebbero essere. È una canzone che parla proprio di tutti, di tutti noi, perché è come se noi fossimo supereroi e il nostro superpotere sono i nostri sogni. E non ci rinunceremo mai.”

La serie tv racconta la storia di un concerto all'Aquafan di Riccione, dove gli 883 eseguono “Hanno ucciso l'Uomo Ragno” ed altri brani successi come “Non Me La Menare”, inaugurando così una stagione di grande successo per la band. La storia degli 883 è raccontata attraverso la selezione di cartelli diارب, di sfilm, di archivi di gallerie e foto, che riprendono l'atmosfera di quei tempi.

La serie TV è un vero e proprio successo per la sua capacità di raccontare la storia degli 883 in maniera coinvolgente e transparente, con letto di scene emotive e musicali che conducono gli spettatori in un viaggio emozionale e sensoriale attraverso gli anni Novanta.

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