Ho l'anello con il volto di Maradona ma quando l'ho incontrato non è andata come volevo
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Ho l'anello con il volto di Maradona ma quando l'ho incontrato non è andata come volevo

Il cinema è un'estensione della vita, una forma di esprimere ciò che si è vissuto e sentito. Ecco come Paolo Sorrentino, uno dei più grandi registi italiani,introva a spiegare la sua ultima pellicola, “Parthenope”, un film che rappresentta una metafora della vita di . Ne parla con Linus e Nicola Savino, conduttori di “Deejay Chiama Italia”, programma di radio in onda ogni mattina dalle 10 alle 12.

In questo lungo articolo, pubblicato su Radio DEEJAY, Sorrentino anticipa la sua nuova pellicola, in uscita il prossimo 24 ottobre, e ciò che la caratterizzerà. Partendo dalla sua personale esperienza, ripercorrendo la sua carriera da regista, il 54enne torna spesso su sé stesso, ricordando come “non sia proprio bravo a guardarsi indietro, preferisco non riguardarmi. Sicuramente ora, con l'età adulta, comincio a essere più sentimentale, si commuove facilmente”.

“Il film comincia nel 1950, con una grande famiglia estesa anche ai vicini. Questa famiglia assiste al parto in acqua di una bambina, Parthenope, e il film è sua storia, che è una metafora della vita di , perché Parthenope è un po' come Napoli”, spiega Sorrentino. “È un film epico, con note di commedia e quindi contiene molte frasi fatte scoppiettanti e risposte perfette per la situazione”.

Gli attori internazionali come Gary Oldman, presente nel film, e l'attrice milanese Celeste Dalla Porta, principale interprete, hanno dato un loro contributo alla pellicola. “Gary Oldman è venuto praticamente gratis, per il desiderio di lavorare a questo film. Il costo sta più nella location. Essendo un film ambientato in location belle e in ville belle, sono ovviamente più costose. È un film complicato, girato molto a mare. Sono servite molte settimane di ripresa. Alle volte ci sono i droni”.

Parthenope è una storia sulla memoria, sul passaggio degli anni nella vita di una persona. “È un film molto sulla memoria e il passaggio degli anni nel corso della vita di una persona”. Inoltre, il regista evidenzia come il film sia anche un inno all'amore per Napoli, città che l'Italo-Siciliano ha sempre amata e difeso. “Napoli è stata molto conquistata dai turisti, però è un po' impermeabile: si lascia sfiorare dai turisti ma non cambia. Quella Napoli anni '50 esiste ed è viva e vegeta”.

Sorrentino conclude il suo racconto con l'anello con il volto di Maradona che indossa negli studi di Radio DEEJAY, un regalo dei suoi figli. “Il mio anello ha il volto di Maradona, me lo hanno regalato i miei figli. C'è il volto di Maradona, assolutamente. I miei figli hanno 27 e 21 anni. Ho tutto di Maradona: magliette, statuine… una specie di museo vivente”.

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