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Hotspot migranti in Albania, a due-tre settimane la fine dei ritardi

La storia della creazione dei centri per migranti in Albania sembra finalmente cambiare pagina. Dopo mesi di ritardi e critiche, il governo è vicino alla conclusione del processo, con una prevista aperture a due-tre settimane al massimo. Questo annuncio è stato reso pubblico alla fine di un'assemblea operativa tenuta al Palazzo Chigi, presieduta dal sottosegretario al ministero dell'Interno, Pierpaolo Speroni.

Il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, ha detto di essersi assicurata che "il dossier migratorio in Albania è stato approfondito e il governo albanese è stato messo a conoscenza dei compromessi raggiunti". L'informazione ha suscitato un sollievo sia nel palazzo di piazza Venezia che nel Viminale, nonostante le previsioni dei tempi si siano dimostrate più caute delle previsioni.

In aprile, il presidente e il premier albanese, Edi Rama, avevano raggiunto un accordo sulla creazione di centri per l'accoglienza dei migranti che arrivavano in Albania da varie parti del mondo. Tuttavia, la realizzazione del progetto è stata sottoposta a molti ostacoli e ritardi, generati soprattutto dalla valutazione delle infrastrutture esistenti e dalla necessità di garantire la sicurezza dei centri stessi.

Nonostante gli ultimi settimane siano state particolarmente difficili, il governo ha raggiunto un compromesso con il governo albanese sulle caratteristiche e sulle esigenze dei centri. La scelta dell'Albania come hub per l'accoglienza dei migranti è stata motivata dall'analisi che la posizione geografica del paese consente una maggiore flessibilità e un'elevata sicurezza.

Secondo le intenzioni del governo italiano, i centri dovranno offrire alle persone migranti condizioni di vivibilità più elevate, garantendo al contempo la loro integrazione nel tessuto sociale e economico del paese. Saranno offerte loro le condizioni per ottenere l'asilo e una volta soddisfatto il procedimento, gli interessati potranno cercare nuove occasioni nel mondo occidentale.

Il sottosegretario alla Difesa, Sebastiano Carta, che ha partecipato alla riunione, ha precisato che i centri "saranno finanziati sia dall'Italia che dall'Unione europea e avranno come obiettivo primario quello di proteggere le persone in condizione di disagio". L'ambizioso progetto si ricollega al precedente di altre azioni internazionali volta a proteggere le persone migranti, come la gestione del dossier migratorio in Italia.

Inoltre, come dichiarato da Lamberto Zannier, ambasciatore italiano in Albania, il centro sarà gestito "nell'interesse di tutta l'Europa e non solo dell'Italia", confermando che "il processo di integrazione è strettamente collegato al destino delle Nazioni".

In questo quadro, la scadenza finale per la completazione dei centri potrebbe essere raggiunta a fine agosto o principio di settembre, permettendo così alla struttura di partire dall'inizio per garantire l'ampio operato richiesto.

Il governatore del , Alberto Cirio, ha anche espresso soddisfazione per il ritmo raggiunto, definendo il centro "un luogo sicuro dove possono trovare riparo le persone in cerca di asilo". Questo accordo è il risultato di mesi di negoziati e compromessi raggiunti tra le parti interessate.

Nonostante alcune difficoltà iniziali, il presidente ha espresso il suo soddisfazione per l'avanzamento del progetto, evidenziando che "l'Italia ha sempre lavorato per difendere gli interessi della sua cittadinanza e del Mediterraneo". Questa dichiarazione sembra riecheggiare l'annuncio di pochi giorni fa da parte del presidente Erdogan, il quale aveva annunciato l'intenzione di stabilire un sistema di " hotspot" lungo le coste dell'Albania, destinati a contenere l'arrivo dei migranti.

Tuttavia, la decisione del governo italiano non va vista solo come un provvedimento di difesa dei propri confini, ma come un gesto di solidarietà per i paesi dell'area e per la protezione delle persone migranti. L'idea dei " hotspot" si rifà alle precedenti strategie italiane per la gestione del flusso migratorio, come l'accordo con il ministero del lavoro greco sull'invio dei migranti in Grecia.

La storia dell'idea dei centri per migranti in Albania sembra quindi giunta alla fine, nonostante alcuni ostacoli e critiche. Tuttavia, è bene ricordare che ciò che è importante è non solo la creazione dei centri, ma anche il loro mantenimento e il sostegno alla integrazione dei beneficiari, garantendo che la solidarietà verso i migranti sia veramente sostanziale e non solo una formula burocratica.

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