La Jihad della ricerca del proprio posto nel mondo: L'universo di L' Skin
La notte torinese si è fusa con la eccentricità dei cinque artisti di origine franco-palermitana, L' Skin, per dare vita a un party senza inibizioni e liberatorio, in cui la partecipazione senza consumo cieco ai loro concerti diventa un'esperienza unica e coinvolgente. La loro musica è come una seta leggera che avvolge il pubblico, trasportandolo in un mondo proprio loro, un regno di immaginazione e fantasia.
Ecco, allora, la domanda che si affaccia sulla bocca di molti: dov'è Liana? Sembra una domanda assurda e grottesca, ma in realtà rivela la vera essenza dell'esperienza della band. Liana, probabilmente, è stata una donna reale, ma di sicuro è anche il marchio di fabbrica di L' Skin, la loro guerra pacifica per trovare il proprio posto nel mondo.
Durante il loro concerto, il pubblico si ritrova immerso in un mondo da sogno, dove la musica, le parole poetiche e le immagini oniriche divenuto il linguaggio universale. Ecco, allora, come Liana cresce come un'immagine evanescente, aleggiando tra la realtà e la fantasia. La sua ricerca del proprio posto nel mondo si trasforma in una missione di amore, una sfida contro le differenze e le incomprensioni che nascondono.
Il suono di L' Skin è come un groviglio di colori, di messaggi di apertura e di accettazione, un'invito a immergersi nel loro strano mondo e a perdere la propria identità. Ma, allo stesso tempo, è anche un richiamo alla responsabilità, al dovere di creare il suo proprio posto nel mondo, senza gettare giù le bandiere.
Le loro canzoni sono macchine a trasformare le sensazioni in parole, a condensare le emozioni in frasi, a fare della musica un platonico accessorio per esprimere il proprio essere. Ecco, allora, come Liana si trasforma in un simbolo, un'incarnazione della necessità di cercare il proprio posto, di costruirlo e di difenderlo.
L' Skin è una band per antipodi, lontana dalla tutto ciò che firma la propria morte sull' del rock, ma nella loro musica è possibile sentire l'eco di una realtà più ampia, l'eco di una voce che stromazzare contro la precarietà della vita, contro l'incertezza e la mancanza di senso. Una voce che si traduce in messaggi di speranza e di fiducia, in un grido di rivoluzione contro l'ordine delle cose.
Liana, allora, è non solo un'immagine, ma un simbolo, l'espressione di una lotta, l'uomo moderno contro l'incertezza, contro l'ignoto, contro l'assenza di senso. Ecco, allora, come la domanda "dov'è Liana?" diventa un esorcismo, un lancio diizza contro l'oscurità, un chiaro di luce che sfonda le quinte e porta la verità.
Il concerto di L' Skin è un'esperienza totalizzante, un dischiavano d'imprevedibilità, un cavallo di battaglia contro la ripetitività delle serate musicali. Ecco, allora, come la musica diventa il servitore dell'essere, un medium che permette di esprimere, di condividere e di capire sé stessi e l'altro. E in questo modo, L' Skin diventa un'esperienza Skin, un'esperienza di lotta contro l'informe, un'esperienza di creaazione contro l'assenza di senso.