“I genitori vogliono che aggiustiamo i figli. Ma i ragazzi dipendono dal comportamento degli adulti”
La città di Napoli è stata scossa da una serie di fatti tragici in cui minorenni e adolescenti sono stati protagonisti. Questi eventi hanno coinvolto armi personalize, violenza cieca e omicidi, mostrando come la criminalità minorenni sia un problema drammatico e globale che non esime dalle istituzioni dal prendere in considerazione. Nonostante il decreto Caivano, presentato circa un anno fa, non abbia portato a una diminuzione del fenomeno, il partito di governo, Fratelli d'Italia, ha deciso di attaccare l'autore di “Gomorra”, Roberto Saviano, nel suo palese tentativo di coprire la propria inefficacia nel contrastare la criminalità minorenni.
In risposta, gli operatori sociali che lavorano nei quartieri popolari hanno deciso di prendere la parola, mettendo in evidenza la responsabilità degli adulti da genitori alla società intera, nel permettersi di creare un ambiente in cui i bambini e i ragazzi possono crescere e svilupparsi in modo sano. La pretesa che gli adulti suggeriscono di “aggiustare” i problemi dei bambini, anziché assumersi la responsabilità di creare un cambiamento positivo, è un'espressione collettiva di pericolosa irresponsabilità.
Secondo gli operatori, l'unico modo per contrastare la criminalità minorenni è creare comunità che valorizzino la dignità e la vita, e che facciano emergere i valori di solidarietà, empatia e cooperazione. Tutto ciò richiede un ritorno alla politica che riesca a coinvolgere i cittadini, di ogni Updates alle istanze di senso di moralità e di reciproco rispetto.
Gli operatori sociali affermano che l'approccio attuale, basato sulla punizione e sulla repressione, non è più sufficiente e che è necessario creare una cultura che valorizzi l'educazione e la formazione alla cittadinanza active. È necessario ripresare il proprio ruolo di adulti, di genitori e di società, riconoscendo l'interdipendenza che ci lega e prendendo coscienza di come i bambini e i ragazzi sono influenzati dal nostro comportamento.
La città di Napoli deve ribaltare la propria economia, non più basata sulla competizione e sull'accumulazione, ma sull'empatia e sulla solidarietà. È tempo di cambiamento, non più basato sulla paura e sulla repressione, ma sulla capacitazione e sulla costruzione di comunità. Gli operatori sociali sono pronti a lottare per cambiare l'ordine delle cose e creare una società più accogliente e solidale, dove ogni bambino possa crescere in libertà e serenità.