Il caso del redditometro e la distanza tra Giorgia e la sua squadra. Quelle scivolate comunicative che la costringono ai ripari
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Il caso del redditometro e la distanza tra Giorgia e la sua squadra. Quelle scivolate comunicative che la costringono ai ripari

Il caso del redditometro e la distanza tra Giorgia e la sua squadra. Quelle scivolate comunicative che la costringono ai ripari

Il tema del giorno è ancora il redditometro. Qui non è in discussione lo strumento in qualità di mezzo per scovare gli evasori, nessuno lo discute. E neppure si discutono tanto i criteri da individuare per questa caccia (anche se bisognerebbe lavorare più sulla fiducia dei cittadini verso lo Stato, piuttosto che accanirsi sull’evasore, ma questo è un discorso più generale).
Gli errori fatti però con questo decreto sono, a mio avviso, di tipo essenzialmente comunicativo. A partire dal nome stesso, redditometro, che non piace. Non è un’espressione, una parola, un termine nuovo: risale addirittura al 1973. Ogni tanto questo strumento o qualcosa che gli rassomiglia viene attivato e i ricordi che evoca non sono piacevoli; in più è stato presentato 15 giorni prima del voto…

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