Il caso Giorgia Meloni-TIME e l’arte Fratelli d’Italia di leggere solo la copertina

Il caso Giorgia Meloni-TIME e l’arte Fratelli d’Italia di leggere solo la copertina

1. Una vittoria di Pirro

Mentre i social media degli esponenti di Fratelli d'Italia si riempivano di immagini trionfanti della copertina del TIME, una domanda sorgeva spontanea: ma l'hanno letto l'articolo?

A giudicare dal tono euforico dei messaggi, sembrerebbe di no.
Raffaele Speranzon, vicepresidente vicario dei senatori di FdI, ha parlato di “un motivo di orgoglio per tutti gli italiani”, mentre Daniela Santanchè ha definito la copertina “la consacrazione internazionale di una delle figure europee più interessanti”. Il deputato Loperfido si è addirittura spinto a dire che “l'Italia sta diventando un modello”.

Modello sì, ma di cosa?

La strategia è vecchia quanto il marketing: prendere la parte più visibile di un prodotto, in questo caso la copertina di una rivista internazionale, e usarla per rafforzare il proprio brand politico. È una lettura selettiva, superficiale e intenzionalmente disonesta. Ma funziona. Almeno finché nessuno legge davvero cosa c'è scritto dentro.

2. La verità del TIME: Un ritratto a tinte fosche

L'articolo, firmato da Massimo Calabresi, è tutto fuorché celebrativo.
Il tono è analitico, il profilo umano è tratteggiato con rispetto, ma la sostanza è inequivocabile: Meloni incarna una nuova forma di nazionalismo populista, pericolosamente vicina ai metodi degli autoritarismi in ascesa.

Ecco alcune delle principali osservazioni contenute nel pezzo:

  • Agenda autoritaria: Meloni viene accostata a una nuova generazione di leader autoritari. Il suo operato è descritto come parte di un trend globale che punta a concentrare il potere, comprimere i diritti e ridefinire le regole democratiche.
  • Stretta su democrazia e giustizia: Tentativi di riformare il sistema giudiziario per accrescere il controllo dell'esecutivo, e nuove leggi che reprimono il diritto di protesta.
  • Attacco ai media: Numerose querele per diffamazione contro giornalisti e testate indipendenti, in un clima sempre più ostile alla stampa libera.
  • Diritti civili e immigrazione: Criminalizzazione della maternità surrogata anche all'estero, e politiche migratorie che, tra outsourcing in Albania e respingimenti in Libia, hanno già generato violazioni dei diritti umani.
  • Ambiguità sul fascismo: Tra citazioni di antisemiti ottocenteschi e busti di Mussolini in casa del presidente del Senato, i fantasmi del passato non sembrano così sepolti.

Il tono dell'articolo è pacato, il profilo ben documentato, ma il sottotesto (e spesso anche il testo) è chiaro: Meloni non è una nuova Thatcher o una pragmatica centrista italiana, come qualcuno vorrebbe dipingerla. È una figura di rottura, che ha saputo normalizzare le radici post-fasciste del suo partito senza mai realmente rinnegarle, e che porta avanti, passo dopo passo, un'agenda nazionale e internazionale che richiama da vicino quella dei nuovi autoritarismi.

Non proprio un'ode alla statista illuminata, insomma.

3. L'arte della distrazione: Analisi della strategia comunicativa

Ma allora, perché l'entourage di Meloni esulta?
Perché Time Magazine ha messo lei in copertina. E tanto basta.

È una strategia che funziona su più livelli:

  • Lettura superficiale: La maggior parte delle persone non legge gli articoli, si ferma al titolo o, peggio, alla foto. In un mondo dominato dai social, l'impatto visivo vince sulla sostanza.
  • Creazione di una realtà parallela: Si prende un elemento reale (la copertina) e lo si piega a fini propagandistici. Non importa cosa dica l'articolo: Meloni è sulla copertina del TIME, ergo è rispettata, temuta, vincente.
  • Attacco preventivo: Chi prova a sollevare critiche usando il contenuto dell'articolo viene immediatamente delegittimato: “Siete solo invidiosi del suo successo internazionale.”

La -spettacolo vive di immagini e simboli più che di contenuti. Se una testata storica come TIME dedica la copertina a , dev'esserci qualcosa da celebrare. Poco importa che l'articolo parli di rischi autoritari, nostalgie post-fasciste mai del tutto sopite, e derive populiste in Europa. Basta il titolo. Basta la foto.

È un uso chirurgico dell'informazione come strumento di potere. E chi si limita alla superficie, finisce per diventare involontariamente complice.

4. Un Appello al Lettore Critico

La vicenda del TIME non riguarda solo , né solo Fratelli d'Italia. Riguarda il modo in cui consumiamo e interpretiamo l'informazione.

In un'epoca in cui una copertina conta più di mille parole, l'unica difesa del cittadino è fare ciò che la propaganda spera che non faccia: andare oltre il titolo, leggere davvero, farsi un'opinione autonoma.

Perché se la verità è spesso scomoda, la disinformazione è comoda. E per questo così pericolosa.

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