IL CASO ROGGERO: IL DISTURBO DA STRESS POST-TRAUMATICO
La dottoressa Silvia Mangiapelo, criminologa e psicologa forense, ha discusso del disturbo da stress post-traumatico (DPTS) durante la trasmissione “Incidente Probatorio”. Ha sottolineato come le cinque rapine subite dal proprietario di una gioielleria possano averlo esposto a un disturbo postraumatico da stress, caratterizzato da sintomi come memorie intrusive, flashback, disturbi del sonno e iperattivazione del sistema nervoso.
La dottoressa Mangiapelo ha ipotizzato che l’uomo potrebbe aver subito una retraumatizzazione continua a causa delle ripetute rapine e che ciò potrebbe aver attivato una modalità di difesa immediata, prevalendo l’emisfero emotivo sulla parte razionale. Ha anche sottolineato l’importanza dell’aiuto terapeutico per superare gli eventi traumatici.
La dottoressa Brasi ha condiviso l’ipotesi della retraumatizzazione continua e ha aggiunto che il circuito neurale al comando durante l’azione potrebbe essere stato quello del terrore, con un sequestro emotivo che ha disattivato la corte prefrontale, responsabile del ragionamento morale ed etico. Ciò potrebbe aver portato a una “cecità inattentiva”, in cui il cervello non processava l’informazione di pericolo cessato, portando a un’inseguimento automatico come meccanismo di sopravvivenza animale.
In sintesi, le due dottoresse hanno discusso come il disturbo da stress post-traumatico e la retraumatizzazione continua possano aver influenzato il comportamento dell’uomo durante l’ultima rapina, portandolo a un’azione istintiva di difesa che potrebbe essere stata influenzata da un sequestro emotivo e una disattivazione della corte prefrontale.

