Il Comune di Genova sta coi portuali contro il traffico di armi a Israele: “Contro tutte le guerre”

Il Comune di Genova sta coi portuali contro il traffico di armi a Israele: “Contro tutte le guerre”

Il Comune di Genova sta coi portuali contro il traffico di armi a Israele: “Contro tutte le guerre”

Il Comune di Genova si oppone fermamente al traffico di armi verso aree di guerra, inclusa la zona di conflitto per la quale sembrano essere destinati i materiali oggetto di una recente manifestazione. La giunta comunale rappresentata dall’assessore è a favore dei lavoratori portuali e chiede una maggiore attenzione e coordinamento per vigilare sul traffico di armi.

La nave in questione, segnalata dai portuali greci come diretta a Genova, sta per essere controllata per assicurarsi che non scarichi o carichi armamenti. Tuttavia, si ritiene che sia necessario un boicottaggio totale e provvisorio di tutti i traffici con Israele per cercare di bloccare il commercio di armi nei paesi belligeranti.

Alcune amministrazioni comunali hanno già preso posizioni simili, dimostrando che è possibile fare un impegno in tal senso. Si chiede quindi di trovare le forme per raggiungere questo obiettivo, ognuno nelle proprie competenze.

Inoltre, si solleva la questione della presenza di “marciume” nel porto, che si trasferisce poi in città, e si chiede di fare una campagna di comunicazione per un “porto libero dalle armi”. Si auspica che la sindaca e la maggioranza possano appoggiare questa richiesta.

Si cita anche l’esempio di aziende come Leonardo e Fincantieri, che hanno rapporti con Israele, e si chiede di decidere un blocco commerciale totale verso Israele. Alcune regioni e comuni italiani hanno già tagliato i rapporti con aziende che collaborano con Israele.

Infine, si chiede che la sindaca Silvia Salis dichiari Genova “città amica del popolo palestinese” e si opponga a tutte le guerre. Si cita la legge 185, che vieta il traffico di armi, e si auspica che Genova sia una città disarmata, che lavori per la pace e contro l’economia di guerra e il genocidio a Gaza. Si afferma che chi non si schiera contro la guerra diventa complice.


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