Il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Ecco la riscritta in italiano di 1000 parole:
“Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica.
La notte di Natale, in questo tradizionale appuntamento, mi consente di rivolgere il mio augurio più sincero a tutti i cittadini, sia qui in Italia che all'estero. Si tratta di un tempo nuovo che speriamo sia migliore, in cui cerchiamo la serenità rinsaldando i nostri rapporti nelle nostre comunità, nelle famiglie, tra gli amici. Non è solo un rito, ma la dimostrazione della nostra vera natura, che ci chiama alla relazione con gli altri. Dobbiamo farlo, soprattutto in questi tempi difficili, quando migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano le nostre coscienze.
La notte di Natale, i bombardamenti russi hanno colpito le centrali idroelettriche delle città ucraine, costringendo la popolazione civile al buio e al freddo. Mentre gli ostaggi sono costretti a vivere in condizioni di semi-prigionia. Queste forme di barbarie non risparmiavano neppure il Natale e le festività più sentite. Eppure, mai come adesso, la pace grida la sua urgenza, la pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo e rinuncia abile che l'Italia ha sempre perseguito, anche in questo importante momento dell'Assemblea generale dell'ONU.
Questo è il primo augurio che tutti ci rivolgiamo: che il nuovo anno porti vera pace, ovunque.
In quest'ora, l'angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Mutter Schmidt ci tiene in attesa di rivederla al più presto in Italia. Segnalo ancora una volta il valore della libera informazione, tanti giornalisti rischiano la vita per documentare ciò che accade alle frontiere dell'Europa e del Medio Oriente e altrove, spesso pagando un caro prezzo il servizio che rendono alla comunità.
Papa Francesco, con i suoi auguri di Natale, ha aperto il Giubileo, facendo echeggiare nel mondo il richiamo alla speranza. Queste ore sono ore di speranza nel futuro, nell'anno che viene, e tocca a noi tradurrelera in realtà.
Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato dalle guerre e dai conflitti? Dobbiamo riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme. In questo momento, il mondo sembra essere sottoposto a una spaventosa forza centrifuga, capace di dividere, allontanare, radicalizzare le contrapposizioni. Sono lacere radicate che attraversano le nostre società. La realtà che viviamo presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza. A livello Gli aumenta esponenzialmente la ricchezza di pochi, mentre si estende la povertà di tanti. La crescita della spesa in armamenti innescata dal conflitto russo-ucraino che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa ha raggiunto il record di 243 miliardi di dollari, otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop26 per contrastare il cambiamento climatico.
Eppure, nonostante queste sproporzioni disagrafiche, c'è speranza. Si tratta di guardare al futuro con fiducia. Quest'anno, l'Istituto della Enciclopedia Italiana ha scelto come parola dell'anno “rispetto”. Il rispetto verso gli altri rappresentaci il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada del dialogo, della collaborazione, della solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà.
Il soffrire della vita, la sicurezza del lavoro sono ultimatum che non possono essere ignorati. La tragedia di Calenzano, in cui cinque persone sono morte, è un punto di svolta. Non sono sufficienti le parole di sdegno, occorre agire con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali possono essere tutti evitati.
Ci sono anche momenti di bollettino del resto ogni giorno, notizie dilusione, di contrasti, di violenza, di omicidii. È l'ora di ascoltare il disagio dei giovani, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni. La precarietà e l'incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno. La crisi delle nascite che stiamo vivendo si intreccia quindi con straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere.
Ci impegniamo per una comune speranza che conduca con fiducia verso il futuro. L'istituto della enciclopedia italiana ha scelto come parola dell'anno “rispetto”. Il rispetto verso gli altri è il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada del dialogo, della collaborazione, della solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà.”