Il dissacrante intervento di Geppi Cucciari: “Fuori i partiti dalla Rai? Fantascienza”
Ecco la riscrittura del discorso di Geppi Cucciari:
“La sorprendente intervene di Geppi Cucciari: ‘Fuori i partiti dalla Rai? Fantascienza”
Risi sorridendo, poiché mi piace molto la fantascienza di parlare di partiti fuori dalla Rai. Al Senato, è un po' come organizzare un convegno contro il gioco d'azzardo a Las Vegas, per questioni radiofoniche. Ho trasmesso da tutte le straordinarie sedi Rai italiane per motivi televisivi. Ho avuto a che fare con l'eccellenza acrobatica di chi spesso pagato poco esonda dei propri compiti e risolve problemi creati altrove, quasi sempre morendo in alto carriere discutibili, burocrazia e momenti dirigenti che cambiano alla velocità della luce.
Parlo per pudore suo, ho visto di tutto. Da Gobbino, splendido che ha la grafia di un medico, a Evel che fa sembrare Marilyn e quello che fa sembrare Marilyn. Adesso che è morta da 60 anni, ho visto dipendenti che hanno il santino dell'abbonato in tasca e chi semplicemente se ne frega. Ho visto giovani talenti ingessati nello stesso contratto, che poi cambiando azienda o si accontentano dello stipendio e si danno al padel. La Rai non è fatta solo da chi va in onda; c'è un mondo dietro un mondo meraviglioso fatto di autori, redattori, tecnici, truccatori, montatori, costumisti e addetti.
La figura dell'addetto non si capisce mai, ma ci sono moltissimi addetti. Il meglio e il peggio nella stessa azienda e questo perché forse dico un'ovvietà, ma tanto mi saprò che non sarà l'unica oggi la RAI è l'Italia. Prendere o lasciare il meglio e il peggio, l'alto e il basso.
Mi piace citare un grande dirigente Rai, Carlo Freccero, che diceva che il nostro paese è esattamente a metà tra Giappone e Africa, pregi e difetti compresi, e non sai mai in quale paese finisci. Sempre la RAI è stata politica, naturalmente, ma est. Modus in rebus. Se guardo al passato, talvolta non sempre aiuta. Mi vengono in mente due nomi contrapposti: Ettore Bernabei e Angelo Guglielmi. Era la RAI nata da Umberto Eco, Gianni Vattimo, Ugo Gregoretti e Andrea Camilleri che però metteva il bavaglio a Dario Fo e le mutandone le Kessler. La Rai di Guglielmo, il dentone, quello del film di Alberto Sordi, Ti ricordi? No, il lettore di Tg, bravissimo, che alla fine sono stati costretti a assumere anche se non era raccomandato, è stato l'ultimo, era un film, però era anche una RAI.
Penso a grandissimi comici del passato, Tognazzi, Vianello, Cocchi, Renato Marcello, Marchesi, che scriveva meraviglie, e Ugo Gregoretti. Guglielmi inventò Rai3, e smentì la celebre battuta che tutti ricordiamo, si diceva che in Rai andava assunto un democristiano, un socialista e uno bravo, poi nel '78 diedero una rete anche al PC e non c'era più posto per quello bravo. Guglielmi inventò Rai3. Ve lo ricordate? Tre fino a un paio d'anni fa c'era ancora. Inventò una rete ricca, vivace, sicuramente di area, dove però si imposero anche artisti e intellettuali di destra, perché si fa così, si dovrebbe fare avere un'idea culturale, politica, ma senza una logica di occupazione.
Si può, si potrebbe anteporre un minimo di idea di paese alle logiche spartitorie. Anche perché una volta c'era la lotizzazione plurale Rai, un governo Rai da socialisti, poi alla destra Rai3 progressisti. Il segnale orario a cal. Da quando c'è la nuova legge, se ho capito bene, chi vince prende tutto, ma se prende tutto la volta dopo sarà un altro a fare mambassa e così facendo si lascerà sempre fuori una parte di quelli che pagano il canone. È possibile che per cercare qualcosa che li rispetto debbano abbonarsi alle altre piattaforme. Lo dico a voi, Signori incravattati e signore taglier. Lo dico da spettatrice più che da addetta ai lavori. Se vincono gli addetti ai livori, la RAI non migliorerà, non migliorerà il paese, se non migliorerà il paese non creerà mai la classe dirigente in grado di cambiare la RAI. Che al mercato mio padre comprò ‘Uomini e Donne di buona volontà o anche di volontà media facciano in modo che la RAI sia di più e di tutti. Asta il canone, sempre buon divertimento, make viale Mazzini, plurale ancora.”